Visto in Dvx.
Per la storia rimando qui.
Tratto da un'opera di Buzzati è
un po’ un riassunto delle sue tematiche, il rapporto con la natura; una sorta
di realismo magico sconosciuto, ma rapidamente accettato; il senso del
trascorrere del tempo e l’attesa ed il rapporto con un mondo che non c’è più o
che sta finendo; i sentimenti negati, assenti o nascosti fino alla fine.
Di fatto in parte è proprio la
poetica di Olmi, il rapporto di rispetto sacrale (anzi proprio spirituale) nei
confronti della natura è totalmente in linea, l’ambientazione in un’epoca
passata che è però un punto di svolta è nelle corde del regista e anche tutto
il discorso sui sentimenti presenti, ma mai mostrati è in parte suo. E allora
eccolo Olmi che indugia tantissimo sui dettagli, mostra con dovizia di
inquadrature anche affascinanti i boschi; ecco che il momento in cui l’albero
viene abbattuto diventa una sorta di “Il cielo sopra Berlino” dentro ad una
foresta (la stessa estetica, gli stessi silenzi pieni di significato, la stessa
tragica sacralità). Si insomma, Olmi ci sguazza, si prende i suoi tempi ed il
film ripete in maniera quasi pedissequa il racconto originale (rende solo più
confuso il rapporto fra il protagonista ed il nipotino) prendendosi i suoi
tempi, lento, ma costantemente diretto verso il suo obbiettivo.
La presenza scenica di Villaggio
è assolutamente all'altezza, ma la voce riecheggi troppo Fantozzi; ma il vero
tallone d’Achille è il giovane attore che fa il nipote… decisamente
imbarazzante.
In ogni caso il classico film che
ci si può aspettare da Olmi, con il 30% in più di favola disneyana.
2 commenti:
Una favola assai graziosa, con un grandissimo Villaggio. La qualità piattissima delle riprese e la recitazione pessima degli altri attori, purtroppo, ne inficiano parecchio la qualità.
mah, più che la piattezza delle riprese secondo me lascia a desiderare proprio la pellicola, l'aspetto del film è anni '70 per la bassa qualità.
Sono comunque lieto che sia conosciuto, pensavo fosse un film dimenticato
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