Visto in tv.
All'improvviso nel mondo (?) scompaiono
gli essere umani, praticamente tutti. Solo pochissimi superstiti si trovano a
vagare in un mondo dove tutto è rimasto dov'era, case, automobili, animali,
persino i vestiti che gli uomini stavano indossando poco prima, tutto è li
dov'era un minuto prima, ma non c’è anima viva. A Detroit i pochissimi
sopravvissuti (si contano sulle dita di una mano) si incontrano per caso e
notano che nell’ombra qualcosa si muove…
Film di fantascienza anni ’50
degnissimo figlio di “Ai confini della realtà” di cui avrebbe potuto essere una
fantastica puntata. Anderson (che ormai considero un grande regista
horror/scifi) si muove sul filo dell’inquietudine di “Session 9” (pur non
raggiungendone mai le vette e , contemporaneamente, dalle parti del mistero
soprannaturale di “L’uomo senza sonno”, convincendo un poco meno. Si diciamolo
subito, questo è, al momento, il suo film più debole che abbia visto.
È il più debole perché desidera non
spiegare nulla, ma nel farlo si prende troppo tempo, decide di copiare
Carpenter nel fare un film d’assedio, ma è un film d’assedio verboso e senza
assediatori, vuole fare uno script alla “Ai confini della realtà” ma si prende
il doppio del tempo per tirare una storia troppo corta, vuole essere senza
speranza, ma nello stesso tempo vuol chiudere con un finale metafisico di
rinnovamento. Si insomma, vuol fare troppo e troppe cose contemporaneamente. Il
film è comunque gradevole e decisamente superiore alla media dei film di
genere. Anzi dirò di più, considerando la messa in scena si fa fatica a credere
che sia un low budget.
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