venerdì 7 novembre 2014

La spiaggia - Alberto Lattuada (1954)

(Id.)

Visto in DVD.

Un prostituta di Milano porta la figlia (parcheggiata in un collegio di suore) al mare in Liguria. Li sarà costretta ad alloggiare in un hotel costoso e gli altri villeggianti la considereranno una ricca vedova. La sua situazione economica però peggiora mentre la relazione con il sindaco del paese (cominciata fin dal viaggio d'arrivo) si farà sempre più stretta. In ultimo però la verità sul suo lavoro verrà alla luce.

Melodramma balneare all'italiana con una mamma che si strugge per la figlia e che si scontra, pura nonostante la professione, contro il perbenismo borghese. Con delle premesse come queste ci si mette pochissimo a fuggire la visione... però Lattuada decide che si può fare una commedia balneare schiacciando il pedale dell'esposto e del cinismo.
Qui tutto è alla luce del sole fin da subito, non solo il problema economico (che fa tanto persona buona), ma la prostituzione come unica fonte di reddito (che negli anni '50 non era cosa detta ad alta voce ovunque).
Ma a vincere davvero è il cinismo. Il personaggio del milionario è quello che si fa ricordare, la scena della premiazione dei castelli di sabbia è un capolavoro di amarezze senza speranza, ma soprattutto nel finale si spiega l'intera filosofia alle spalle, nella scelta fra i sentimenti e la pragmaticità (e si rende sopportabile lo spiegone finale proprio perché serve a girare il coltello nella piaga).
Non un film memorabile, ma un'opera con delle sorprese che non ci si aspetterebbe.

Il cast non mi ha entusiasmato. Se Vallone fa la sua parte con dignità, la Carol mi è sembrata troppo impostata, Bianco adatto a fare decisamente un'altro lavoro, si salvano solo i comprimari su cui troneggia un Carotenuto bravissimo e, per una volta, fuori dalle parti che dovrà recitare per il resto della sua carriera.

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