(Heavenly creatures)
Visto in DVD.
Questo è il rimo film di Jackson ad avere un budget decente, il primo post-serie B (e che serie B; il film precedente è infatti "Splatters" una delle vette di Jackson) e tira subito fuori un'opera magnifica.
Il film parla di una coppia di ragazze 14/15enni della Nuova Zelanda degli anni '50 che si incontrano, si stanno simpatiche, si frquentano, si innamorano e danno di matto assieme. Fin dall'inizio è evidente che non si tratta di due semplici adolescentelle, ma che sono pure un po disturbate e provano una certa tendenza verso il lato oscuro della vita (si insomma 2 adolescenti standard se fossero nate dopo gli anni '80), si comprendono a vicenda, si rifugiano in un mondo immaginario che condividono e spesso lo confondono con la realtà. I genitori di entrambe si preoccupano per una tendenza all'omosessualità che fa paura e decidono a più riprese di separarle, ma le crisi di pianto delle giovani li fanno deisistere ad intermittenza, finchè entrambe non decidono che il vero problema alla loro unione è la madre di una delle due...e qui prende vita una delle scene più crudeli che abbia visto di recente.
Jackson fa capire subito, fin dall'incipit, chi comanda, con uno stile rapido che punta sempre a inquadrare nella maniera meno convenzionale e più dinamica possibile, e che si lascia spesso contagiare dalla tendenza fantasy al surreale. Le scene migliori infatti sono quelle in cui le due ragazze immaginano dei personaggi di argilla, da loro inventati e costruiti, agire nel mondo reale, unitamente ai miti del cinema e della canzone dell'epoca. Tra le scene più belle la macchina da presa che entra nel castello di sabbia mentre le ragazze raccontano la storia, ma soprattutto le due inseguite da Welles dopo aver visto "Il terzo uomo"... no dico, inseguite da Welles che poi si fa anche una delle due!!!
Magnifiche le due protagoniste, nate cinematograficamente con questo film, la Winslet mostra già tutte le capacità che oggi le si accreditano, mentre la Lynskey, anch'essa bravissima, sarà più sfortunata nella vita lavorativa.
Il film, crudele, fantasioso, e godibilissimo, rimane uno dei più onesti a rappresentare le pulsioni adolescienziali, pur se portate ai limiti della normalità.
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