(Id.)
Visto al cinema.
La Pixar quest’anno prova a giocare facile, cerca di creare il franchising. Piglia Toy story, gli scuote di dosso la naftalina e lo imbelletta sperando di cacciarlo in gola al grande pubblico… devo ammettere che Toy story non lo amo alla follia, più che altro per il lieve difetto di disprezzare solo 2 personaggi, Woddy e Buzz…
Eppure è innegabile che la Pixar abbia fatto centro anche stavolta. Prende Toy story e lo trasforma in un perfetto film carcerario con tutti i crismi, tutti i personaggi fondamentali, tutte le scene necessarie, ma soprattutto con tutta l’atmosfera del caso. Senza scendere nei particolari, è innegabile la bellezza assoluta della storia di Lotso, perfetta per resa del mood, magnifica la fuga dall’asilo e semplicemente stupenda la sequenza nell’inceneritore (non dico cosa ho provato in quel momento perché sentirei minata la mia virilità); tutte create con una perfezione formale e tecnica con pochi precedenti. E cosa dire poi del grottesco ed inquietante personaggio di Bimbo
Poi però c’è pure da dire che questo è forse il primo film della Pixar che non supera il precedente, ma prima poi doveva pur succedere…
C’è poi all’inizio il solito corto. Diciamolo subito, non è divertente come i precedenti che lo battono senza pietà; però rappresenta lo stato dell’arte per la Pixar. Si tratta infatti di una stupenda animazione congiunta fra 2D e 3D assolutamente senza sbagli, con un utilizzo delle scene mostrate e dei suoni che rappresenta al contempo un vero e proprio dialogo perfettamente comprensibile. Tecnicamente ineccepibile, più che piacere, sbalordisce.
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