mercoledì 14 luglio 2010

L'uomo che ride - Paul Leni (1928)

Film muto di Leni che abbandona i toni leggere dei film comici per calarsi in uno dei drammi più grotteschi e cupi della letteratura (la storia è tratta dall'omonimo romanzo di Hugo).
Un bambino viene rapito dal padre, un nobili inviso al re d'Inghilterra, e sfregiato in maniera tale che il suo volto mostri sempre un ghigno sorridente. Il bambino verrà poi abbandonato, raccolto da un girovago assime ad una neonata. cresciuti i due si innamoreranno, ma ovviamente lui avrà dei problemi ad accettarsi (e dire che lei sarebbe pure cieca), accetta però gli interessi di una nobildonna locale, tanto bella quanto stronza che viene da lui sedotta per il suo gusto dell'abiezione. Vabbè poi il film prosegue con disvelamenti vari.
Va subito dette che Leni fa un lavoro egregio, presentando tutti i personaggi nella maniera più oppurtuna, la ragazza cieca sempre in ambientazioni paradisiache o estatiche, la nobildonna con sensualità ecc...
Il regista neppure si sottrae a realizzare scene dense di dramma, come la rappresentazione senza pubblico in cui i girovaghi fingono gli applausi e gli schiamazzi affinchè la ragazza non si renda conto della mancanza dell'amato.
Interessante poi come i 3 protagonisti di questo film siano tra i principali attori del periodo: Conrad Veidt è uno dei più importante interprete di freaks (mi scuso in anticipo per la ripetizione) dell'espressionismo tedesco, Mary Philbin era l'interprete di alcuni film di Ford nonchè la protagoniste de "Il fantasma dell'opera", Olga Baclanova sarà l'indimenticabile Cleopatra di "Freaks" (bastarda e perversa in quel film quanto in questo).
Bisogna poi ammettere che pure il ritmo regge abbastanza bene... l'unico difetto importante è che il protagonista a lungo andare irrita abbastanza, per via del ghigno quanto del suo buonismo.

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