Inizio secolo, un italiano (Mastroianni) conosce un russo su una nave diretta in Italia, e questo incontro lo stimola a raccontare la sua storia, il suo matrimonio con una nobile romana, il suo amore per una giovane russa ed il suo inseguimento attraverso l'europa.
Questo è forse il film meno russo di Michalkov, il che è molto per unregista così addentrato nella propria nazionalità. Il tema è trattato con un'ironia ed una leggerezza perfette, senza eccessiva drammatizzazione neppure nelle scene che forse lo richiederebbero (impareggiabili le sequenze in Russia). Mai assente poi la delicatezza caratteristica di Michalkov, su tutte rimane la scena dell'incontro fra i due amanti dopo anni che non viene mostrato affatto (avviene in una stanza dalle porte chiuse) ma di cui si vedono solo gli effetti e le reazioni dei vari personaggi.
L'intero film poi si sorregge su Mastroianni, istrione a tutto tondo nell'interpretare un personagio assolutamente ritagliato su di lui.
Mille le scene da ricordare, che nel loro piccolo riverberano quelle di grandi film, da quella in cui Mastroianni nega alla moglie di avere un'amore in Russia, degna de "Il padrino"; a quella in cui, sempre Mastroianni, salta sul cristallo infrangibile, che ricorda l'identica scena di Bogart in "Sabrina".
Seppure uno dei due colpi di scena finale è prevedibile fin dalle prime inquadrature, l'altro (quello che in teoria è il minore dei due che riguarda più direttamente Mastroianni) colpisce perfettamente nel segno.
PS: Non capisco il significao del titolo, visto che l'omonima canzone viene canticchiata credo una sola volta da Mastroianni in una scena non fondamentale.
Nessun commento:
Posta un commento