(The roaring twenties)
Visto in DVD.
Tre reduci della prima guerra mondiale tornano in patria dimenticati dai connazionali e finiscono presto nelle fauci della depressione (economica); uno si ricicla come avvocato (mica male), gli altri due (Bogart e Cagney ovviamente) si inseriscono nel giro del proibizionismo.
Film che chiude il genere gangsteristico classico, quello degli anni ’30; un film che affronta l’argomento dall’ultimo punto di vista che rimanesse, quello sociale. Mostra la nascita della deriva criminale degli anni ’20 a partire dalla prima guerra mondiale e ne spiega le mutazioni con inserti quasi documentaristici (nel senso moderno del termine) con voice over (tra l’altro la sequenza sulla crisi del ’29 è una delle scene migliori del film).
Che dire, da un pedigree del genere mi sarei aspettato uno Scarface che mi chiudesse in gloria un genere, invece questo è un film, certamente affascinante per l’approccio, ma decisamente più contenuto nei modi. Non c’è quasi mai una vera empatia (forse per il pessimo doppiaggio della versione italiana, o per l’attrice protagonista indegna e poco credibile sempre), mai un’idea sensazionale e mai una sequenza memorabile (a dire il vero il finale sui gradini di una chiesa è sia un’ottima chiusura, sia un’occasione persa, visto che avrebbe potuto essere molto più enfatico senza perdere credibilità).
La vera nota positiva è Cagney, perfettamente in parte, che da volto ad un personaggio non negativo, ma vittima degli eventi.
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