Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in francese.
Roger Corman in salsa beatnik si da alla pazza gioia con la follia. Un film serio oltre ogni aspettativa, che indaga, appunto, la follia come mezzo d’espressione, come il voler far parte di qualcosa porti a gesti estremi, ed ironicamente è proprio per far parte della libertaria Beat generation che porta il protagonista all’omicidio.
Uno sciocco cameriere di un locale Beat in cui vorrebbe essere accettato socialmente ammazza per sbaglio il gatto della vicina mentre cerca di scolpire dell’argilla… vuoi non unire le due cose e ricalcare un gatto sul cadavere? L’opera è osannata da tutti e lo sciocco artistucolo si trova a dover produrre altre opere.
Il film è trattato con la dovuta serietà e si sviluppa con grazia verso un susseguirsi di omicidi sempre più gratuiti e verso un proporzionale aumento di fama da parte del protagonista.
Siamo davanti ad una sorta di “Maschera di cera” in cui è la follia sociale, il desiderio di accettazione che porta all’omicidio e non solo un trauma o la ricerca della bellezza fine a se stessa. Va inoltre sottolineato lo spirito ironico della vicenda dove a essere sfottuti a più riprese (e lo strato sociale a cui si vuole appartenere e che, pertanto, spinge alla violenza) è l'ambiente beatnik dell'epoca, la parte più intelletuale e genuina dell'America di quegli anni.
Non originalissimo, ma decisamente ben condotto.
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