(Id.)
Visto in DVD.
I film di guerra mi rompono non poco. Spiace dirlo ma è così. Sono tutti film con le stesse tematiche di fondo, di come la guerra è brutta, di come siamo tutti fratelli e tutti vittime, di come la guerra non risolve ma abbruttisce… vabbè, grazie al c…
La Bigelow però mi porge un’idea nuova. Si ok, la guerra è sempre brutta e abbruttente (Bello il sottotitolo: "maledetto il paese che ha bisogno di eroi"), però c’è anche qualcosa in più… i militari non sono solo vittime come i civili che combattono, sono qualcosa in più… la guerra è una droga, l’adrenalina che circola nei momenti di maggiore pericolo da più dipendenza dell’alcool e della tv… L’idea non solo è buona, ma è pure parte di una storia più ampia, interessante e ben costruita che si fa seguire senza annoiare mai.
Spielberg ci ha insegnato che la camera a mano e tremolante sono il non plus ultra nei film di guerra, che donano quel senso di instabile transitorietà ed insicurezza a tutta la scena, e la Bigelow ringrazia, trasformando i primi minuti di “Salvate il soldato Ryan” in un intero film di due ore, senza mai stancare o essere mai eccessiva. I primi minuti poi sono un capolavoro di tensione. La Bigelow si conferma un genio…
Per carità, il film è duro, ben realizzato e originale il giusto, diciamo che l’oscar ci potrebbe stare, la Bigelow poi come regista se lo merita quantomeno per tutto quello che ha fatto prima quindi ok… ma che sto film mi batta “Bastardi senza gloria” anche nella sezione sceneggiatura mi pare proprio una presa in giro.
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