Visto in DVD.
Il film parla di un necrofilo in senso letterale, un uomo che ama i morti più dei vivi o della vita stessa e dei suoi tentativi di non dimenticare chi è passato a miglior vita. Decisamente il tema è originale, che io sappia nessuno prima aveva mai preso così di petto la questione dei morti, però purtroppo i dialoghi troppo aulici rischiano di rendere troppo barocco e cretino il film e il passo lento della trama tedia ben prima di giungere a metà.
La cura ed il realismo della messa in scena, la credibilità dei personaggi e la regia tutta intenta a non staccarsi mai dai protagonisti ridanno spessore alla storia e ad una galleria di personalità che sarebbero altrimenti soffocate degli sbadigli… poi però Truffaut si cimenta nell’arte del distacco e tratta freddamente un film che parla unicamente di empatia con un risultato evidentemente fallimentare.
Certo c’è da dire che Truffaut (anche protagonista) è un pessimo attore, adatti a fare un’espressione sola, a metà via tra l’apatico ed il corrucciato; ma in questo caso ci sta, ci sta tutto, da la giusta tonalità ad un personaggio distaccato e disinteressato dalla vita.
Alla fin fine la storia non ha sussulti, il film non avvolge, non dona il piacere dell’empatia, risulta freddo come il suo protagonista; t, intrattiene senza troppa convinzione un film non convenzionale che avrebbe meritato più cura e meno intellettualismo. Il finale, abbastanza ovvio non salva il baraccone.
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