(Id.)
Visto in VHS.
Dopo "Profondo rosso" Argento si trova a doversi superare, o almeno provarci, quindi cambia finalmente registro, ambienta il film all’estero, cambia personaggi e dinamiche. Non ci si trova più di fronte ad un assassino dall’oscuro passato, ma ci si trova a metà via tra la casa stregata e la comunità demoniaca.
Il registra poi decide che stavolta non val la pena puntare sull’effetto diretto (che comunque c’è, e su tutte è magnifica la scena della ragazza che salta nella stanza piena di filo spinato), quanto di creare atmosfera puntando sull’accumulo. Accumulo di situazioni, di simboli, di simmetrie e di colori. Quindi si affida ad una scenografia geometrica al massimo (scelta azzeccata) e ad una fotografia dai colori violenti molto anni ’70 (scelta pessima), ci aggiunge poi continui momenti WTF come la sublime scena delle camole che cadono dal soffitto (scelta pessima).
A questo pout pourri di tentativi ci aggiunge pochi momenti di regia argentiniana, e quei pochi che ci sono affogati nell’eccesso delle immagini e non sempre vengono colti.
Il cast è abbastanza piatto, non sbagliato, semplicemente incolore. Anche se, come al solito, Argento si toglie il gusto di prendere un grande attore del passato in una parte importante (Alida Valli, mica cazzi).
Il film risulta irrilevanti, sostanzialmente innocuo ed inutile, con uno dei finali più scialbi di sempre (e mal realizzato a livello di effetti speciali), il che è un peccato.
PS: Ora ho capito da dove ha tratto ispirazione Sclavi per il suo numero 3.
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