(The last emperor)
Visto in VHS. La biografia dell’ultimo imperatore di Cina, dall’infanzia nella gabbia dorata della città proibita, alla giovinezza tra i locali in, all’età più matura come imperatore fantoccio di Manciuria nelle mani dei giapponesi, finito poi in un campo di rieducazione del regime comunista e infine giardiniere a Pechino.
Una parabola discendente descritta in maniera completament naturalistica, che si avvale di una fotografia eccellente come poche (ovviamente applausi a Storaro), costumi perfetti ed un cast azzeccato.
C’è di bello che quando Bertolucci è di buon umore e non si lascia prendere dall’intellettualismo diventa uno dei migliori narratori di storie del cinema italiano. Descrive la trama con un ritmo tutt’altro che serrato, ma che permette di godersi quasi 3 ore di film senza mai accusare il colpo. Sottolinea i vari momenti con movimenti e scene costruite in maniera adeguata al soggetto senza mai spiccare, con un ‘invisibilità invidiabile. Ciò senza essere mai a scapito dell’estetica, che ha reso giustamente famoso il film.
Decisamente da vedere.
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