(You only live once)
Visto in DVD.
Un ladro (Fonda) esce di carcere dopo 3 anni di reclusione, pare aver cambiato vita grazie ad un prete comprensivo, ma soprattutto ad una ragazza che ancora lo aspetta (Sidney)… o almeno, il ragazzo vorrebbe cambiare vita, ma il suo pessimo carattere e una sfortunata serie di eventi lo riporteranno nell’orbita del crimine; ora però ha una moglie al suo fianco.
Dramma d’amore e morte estremo e dal finale obbligato sin dalle prime scene (chi, dopo l’evidente paragone con le rane, potrebbe scommettere su un happy ending?) che, ancora una volta, rientra in pieno nell’idea langhiana di lotta contro il proprio destino. Decisamente originale il tema dell’amore portato all’estremo (ma è proprio dagli anni 30 che questa idea si annida definitivamente nel cinema, almeno in quello americano) che permette una delle scene finali più dolorose ed eroiche di sempre.
Dalla sua il film ha anche una costante ambiguità che rende la trama decisamente più interessante… Fonda si trova licenziato con un mutuo da pagare perché è effettivamente un perditempo, ed un perditempo proprio per via di questo amore totale (arriva con più d’un ora e mezza di ritardo per poter mostrare la casa nuova alla sua ragazza). Inoltre il titolo si riferisce al fatto che Fonda si professa estraneo alla rapina, ma Lang non da elementi che lo scagionino allo spettatore, anzi, le prove risultano essere tutte contro di lui.
Nell’insieme non lo considero il miglior Lang di sempre, ma decisamente un ottimo film.
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