Visto in DVD.
Seconda guerra mondiale; una nave passeggeri statunitense viene affondata da un sottomarino tedesco che, però, viene distrutto anch'esso. Una manciata di persone (tra passeggerri ed equipaggio) si salvano fortunosamente salendo su di una (enorme) scialuppa di salvataggio... assieme a loro, però, si salverà anche un tedesco... le cose sono complicate fin da subito; dove devono dirigersi? ci si può fidare del tedesco, oppure è meglio farlo fuori subito?
Meraviglioso thriller di Hitchcock tutto all'insegna dei colpi di scena che si susseguono fino alla fine e contemporaneamente il film si dedica all'arte della disperazione, con personaggi perduti ed impauriti (alcuni) già condannati alla morte.
Al di la della precisa regia di Hitchcock (che si complica la vita girando sempre nello stesso limitatissimo spazio fino alla fine, e riuscendo comunque a tenere desta l'attenzione; anche utilizzando piccoli dettagli ricorrenti, come i tatuaggi sul petto o la scarpa) il film si avvale di una sceneggiatura impeccabile che costruisce fin da subito dei personaggi monolitici (su tutti Tallulah Bankhead) e li fa agire nel modo più rigoroso in una situazione al limite. Continue le discussioni, gli scontri e giudizi spicci, tutti catalizzati dalla presenza del nemico a bordo; la trama si dipana con un susseguirsi di dilemmi morali sul da farsi per salvarsi la vita e sul da farsi con il prigioniero... prigioniero che si dimostra presto decisamente superiore agli altri personaggi e che da vittima in balia del gruppo diventerà lui il secondino e gli altri i suoi prigionieri (prigionieri delle sue capacità e della sua previdenza...oltre che dei suoi inganni).
Sulla barca viene ritratto un microcosmo dove i rapporti di forza sono in continuo rinnovamento; dove a governare è il fascino più che la capacità e dove può esistere la pietà, ma anche la rabbia e la vendetta.
Un film potente ed inaspettato.
Meraviglioso thriller di Hitchcock tutto all'insegna dei colpi di scena che si susseguono fino alla fine e contemporaneamente il film si dedica all'arte della disperazione, con personaggi perduti ed impauriti (alcuni) già condannati alla morte.
Al di la della precisa regia di Hitchcock (che si complica la vita girando sempre nello stesso limitatissimo spazio fino alla fine, e riuscendo comunque a tenere desta l'attenzione; anche utilizzando piccoli dettagli ricorrenti, come i tatuaggi sul petto o la scarpa) il film si avvale di una sceneggiatura impeccabile che costruisce fin da subito dei personaggi monolitici (su tutti Tallulah Bankhead) e li fa agire nel modo più rigoroso in una situazione al limite. Continue le discussioni, gli scontri e giudizi spicci, tutti catalizzati dalla presenza del nemico a bordo; la trama si dipana con un susseguirsi di dilemmi morali sul da farsi per salvarsi la vita e sul da farsi con il prigioniero... prigioniero che si dimostra presto decisamente superiore agli altri personaggi e che da vittima in balia del gruppo diventerà lui il secondino e gli altri i suoi prigionieri (prigionieri delle sue capacità e della sua previdenza...oltre che dei suoi inganni).
Sulla barca viene ritratto un microcosmo dove i rapporti di forza sono in continuo rinnovamento; dove a governare è il fascino più che la capacità e dove può esistere la pietà, ma anche la rabbia e la vendetta.
Un film potente ed inaspettato.
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