(Le sang d'un poète)
Visto in Dvx, in lingua originale con sottotitoli in inglese.
Un artista disegna un volto la cui bocca si mette a parlare, cerca di zittirla cancellandola, ma la bocca si attacca alla mano dell’artista (dopo una notte di passione fra un uomo e la propria mano!) per liberarsene la applica sul volto di una statua. A questo punto la statua prende vita e invita l’artista ad attraversare lo specchio; da li l’artista arriva in un albergo nelle cui stanze vi sono ombre cinesi, lezioni di volo, ermafroditi e quant’altro. Torna indietro disperato ed in preda alla rabbia distrugge la statua; ma come si sa chi distrugge una statua diviene statua lui stesso. Una volta pietrificato dei ragazzini si mettono a giocare a palle di neve attorno a lui distruggendolo; uno dei ragazzi, il capo, uccide a colpi di neve uno degli avversari, li un uomo e una donna danno spettacolo con una partita a carte…
Surrealismo puro, con una traccia flebile di storia, che più che altro da continuità alle varie visioni create da Cocteau.
A livello stilistico il regista fa di tutto, usa la sovrapposizione, il negativo, ma utilizza idee inedite come teste e mani di pietra che sostituiscono quelle dei protagonisti durante le inquadrature a dettaglio.
A livello visivo poi è veramente bello; il film risulta molto più catchy di un, chessò, Bunuel simbolista, perchè Cocteau punta tutto sull’aspetto visuale e poco o nulla sul parlato (dove c’è una curiosa commistione di sonoro e cartelli).
PS: il film è dedicato a Pisanello, Piero della Francesca e Andrea del Castagno.
Nessun commento:
Posta un commento