Visto in VHS.
Una coppia di amici e “partigiani” vivacchiano a Belgrado, finchè i bombardamenti non li convincono a rifugiarsi in un sotterraneo con parenti e amici, uno dei due mantiene i collegamenti con l’esterno. La guerra finisce e Tito sorge, ma il contatto con l’esterno continua a mentire con chi vive nel sotterraneo sostenendo che i nazisti imperversano da 15 anni e convince parenti e amici a costruire armi che lui rivende. La vicenda si protrae tra episodi vari fino alla guerra civile degli anni ’90.La storia della Jugoslavia dalla seconda guerra mondiale agli anni ’90 realizzata con un’ironia grottesca ed efficace che non si risparmia mai. Descrive una galleria di personaggi antieroici in toto e situazioni surreali anche quando sono verosimili. Il tutto descritto con una surrealtà ed una leggerezza da fare invidia. Tutti questi elementi trasformano la storia martoriata di uno stato in una fiaba favolosa e allegra.
Si insomma questo film è un po il Novecento della Jugoslavia raccontato da Fellini. Kusturica si concede del sentimentalismo solo nel finale in cui racconta la guerra appena finita… direi giustificabile.
Mille le idee e le intuizioni e mille le immagini da ricordare. Oltre alla scena della sposa in volo verso il tavolo del banchetto del matrimonio o il terreno che si stacca dal continente nel finale; voto tra le scene migliori la sequenza della morte del figlio del Nero. E tra le idee voto l’autostrada sotterranea che collega tutta l’Europa.
Punteggiano un film eccellente le interpretazioni azzeccate di tutto il cast e le migliori musiche di Bregovich.
Una sacerdotessa di un culto oscuro viene rapita e venduta come schiava ad un ricco vecchiotto che la tiene imprigionata in una gabbia dorata per evitare che lei dia sfogo ai suoi inquietanti istinti (nel film al massimo morde la mano allo schiavista… oltre a gesticolare come un’indemoniata). Ma lei, che si chiama per l’appunto Genuine, riuscirà a fuggire e si riavrà della sua cattività con un giovine barbiere e con il nipote del vecchiotto.
Una pop star anni ’80 vive in un isolamento d’orato in Irlanda, con la moglie più maschile di lui ed il rimorso per una paio di morti sulla coscienza. Ovviamente la pop star non si è più separata dal suo personaggio di 30 anni prima e gira ancora con trucco, smalto e capelli cotonati; e si trova in uno stato mentale infantile sul modello di
Sordi è un “piazzista” di armi da guerra, arrivista, disposto a tutto pur di vendere, sposato con una donna interessata ai suoi soldi e con figli distanti si getta anima e corpo nella propria professione.
Non si può descrivere questo film senza spoilerarlo... dunque, tratta di un ragazzo che gira con una cesta chiusa da un lucchetto per New York; dove passa finisce che qualcuno viene ucciso. L'atroce segreto del ragazzo è di essere nato con un gemello siamese deforme e muto (ma parla con la telepatia) che cerca vendetta dei medici che lo operarono a tradimento (per staccarlo dal fratello) e lo lasciarono a morire (evidentemente senza successo).
Un ferroviere (
Un ragazzotto di provincia, sottomesso alla moglie ninfomane in una notte di bagordi torna a casa e trova la moglie trucidata da un poliziotto sadico. Fugge per non essere incolpato dell’omicidio imbattendosi in una serie di mogli e figlie anche loro ninfomani (e lui stranamente renitente) con i rispettivi mariti o padri piuttosto violenti. La storia andrà avanti finchè non troverà un nuovo angelo del focolare, ma un caso lo riporterà dalle nelle grinfie dello stesso poliziotto…
Un disoccupato vagabondo entra in una locanda dove si innamora della giovane moglie del più anziano proprietario, ovviamente anche lei ne rimarrà immediatamente colpita. Si ameranno in segreto, progetteranno la fuga, lei desisterà, si divideranno, si rincontreranno e finalmente progetteranno di uccidere il marito e vivere insieme con l’eredità… ovviamente il pentimento ed il rimorso cambieranno radicalmente le cose.
La storia è quella del rapporto d’amore fra Jung ed una sua paziente e, in disparte, il rapporto fra lo psicanalista svizzero e Freud…
Questo film è tratto da un fumetto che conosco perfettamente dato che una volta ho sfogliato il volume due in una libreria. Dato quanto sono sul pezzo posso subito notare alcune importante differenze fra le due opere:
Una ditta offre una vacanza fuori dal comune. Tre ambienti ricostruiti in tutto (medioevo, Roma antica e ovviamente il vecchio West), anche nelle comparse, che infatti sono robot; quindi l’ospite può fare, letteralmente, ciò che vuole. Tutto sembra magnifico finché i robot (con poco preavviso) non impazziscono senza motivo apparente (come in “
Uno strepitoso documentario sulla crisi economica del 2008, il background su cui si è instaurata (dagli anni ’40 fino agli anni ’80, il vero inizio della deregulation che avrebbe portato alla crisi), le cause ultime che hanno fatto saltare in aria il sistema, i nomi e i cognomi di alcuni dei colpevoli, il perché lo sono, il come ne sono usciti, le manovre correttive fatte successivamente fino all’attuale gabinetto di Obama che è fato dalle stesse persone che hanno causato il tutto. Il documentario è accompagnato da molte interviste (pochissimi i “responsabili” che hanno accettato di parlare; anzi praticamente nessuno), alcune anche di spicco dal recentemente noto
La storia del più violento carcerato inglese. Tutto qui. Quindi c’è questo tizio che entra in carcere a 19 anni, ci rimane per almeno un quarto di secolo (con un lungo intermezzo in un ospedale psichiatrico) per uscire sulla parola, approfittando della libertà si immerge nel fantastico mondo delle pacche clandestine fino al nuovo arresto.
Nel 1947, tale Robert Montgomery si svegliò tutto in piena notte tutto sudato con l’idea che avrebbe rivoluzionato il cinema: fare un film tutto in soggettiva.
Durante la guerra fredda, tre turisti americani in gita in un, non meglio precisato, paese dell’est. Braccati per sospetto spionaggio finiranno nell’ambasciata USA, in cui il figlio dell’ambasciatore sostituisce il padre che è tornato in patria. Ovviamente una serie di idiosincrasie e di sbagli condurranno fino al lieto fine.
La precisione di
Quando qualcuno ha avuto l’idea di fare un film con 
Grazie