mercoledì 9 dicembre 2015

Metropolis - Fritz Lang (1927)

(Id.)

Visto al cinema.

In un futuro dove le forze lavoro sono oppresse dalla catena di montaggio e ritmi forsennati, nelle catacombe una ragazza carismatica li motiva a cercare un futuro migliore; intanto il figlio del padrone di tutto scende anche lui nelle viscere e rimane affascinato dalla ragazza. Il padre però decide di disinnescare il potenziale pericolo sfruttando un automa appena inventato, gli fa mettere addosso le fattezze della ragazza e la getta a creare il caos nei bassifondi. La rivolta incalza, ma l'azione violenta sarà controproducente per i lavoratori.

Di "Metropolis" chiunque ha già detto tutto; dall'estetica che influenzerà quasi ogni film di fantascienza fino ai giorni nostri, alla lungimiranza nel cogliere alcuni fenomeni sociali del recente futuro (per loro).

Quello che colpisce rivendendolo oggi è che, nonostante il fatto che sia un capolavoro, la trama è piuttosto raffazzonata, specie nella prima parte. Detto ciò va sottolineato che è un film dal budget enorme, dalle tendenze bankable anche prima della sua uscita e dalla durata importante, ricco di effetti speciali; in poche parole è un blockbuster, e proprio come oggi, la trama non è il primo degli obiettivi, anche se la manona di Lang permette di veicolare qualunque messaggio.

Detto ciò il comparto tecnico è ancora oggi impeccabile. I fondali sono magnifici, evidentemente ispirati alla New York dell'epoca (che era la vera metropoli del futuro tra gli anni '20 e i '30); scenografie titaniche sfruttate tantissimo con ampie scene in esterni, corse per le strade (futuristiche) colluttazioni sui tetti della cattedrale e lunghe scene nel sottosuolo.
Gli effetti speciali non sono molti, ma sono magnifici; sarebbero dignitosi in un film attuale, figuriamoci alla prova del tempo.
Infine non va dimenticato che c'è Lang dietro la macchina da presa... e non si può dimenticare. Uso delle luci magnifico, montaggio ben ragionato, scene costruite sempre con uno sviluppo simmetrico (anche quando vengono utilizzati singoli oggetti asimmetrici) e addirittura qualche movimento di macchina sempre incisivi (per lo più carrelli, ma anche qualche movimento laterale e addirittura una macchina a mano che insegue un personaggio). Sono bellissime e assolutamente riutilizzabili fin da subito in un film moderno la strepitosa scena dell'inseguimento di Maria nelle catacombe (con un gioco di luce e buio perfetto, movimenti di macchina e un montaggio da urlo che riesce tuttora a dare tensione); inoltre la scena onirica del protagonista malato mentre la falsa Maria balla è un gioco di montaggio (di nuovo) magnifico, che da un ritmo impeccabile e una costruzione delle scene anche con suture di dettagli e primi piani. Applausi.
Regia modernissima che riesce a dare ritmo a un film muto di due ore e mezzo... ho già detto applausi?

Ovviamente questa era la copia restaurata con l'aggiunta delle scene trovate in Argentina qualche anno fa. Le scene aggiunte sono alcuni riempitivi che probabilmente tolte per snellire il minutaggio, più una sequenza in taxi e quasi tutte le scene ambientante nell'appartamento di Josaphat (manca ancora la colluttazione fra il padre del protagonista e l'inventore). Se fa piacere rivedere un'opera di questa entità quasi completo, bisogna però ammettere che il reintegro di queste nuove porzioni non aggiunge nulla al film in sé.

2 commenti:

Christian ha detto...

Persino più che capolavoro... Una pietra miliare! ^^

Lakehurst ha detto...

innegabile.
Ma mi sorprende sempre come sia moderno e come i tagli non ne abbiano sminuito minimamente la forza