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lunedì 5 gennaio 2015

La chiave di vetro - Stuart Heisler (1942)

(The glass key)

Visto in Dvx.

Un uomo (ricco) si innamora della figlia di un politico in corsa come candidato senatore (...mi pare) e per amor di lei ne sostiene ne sostiene la campagna e lascia a piedi la malavita con cui, fino aquel momento, collaborava. Quando il fratello (scapestrato) della ragazza viene trovato morto il ricco viene immediatamente considerato colpevole; entrerà in scena l'amico e braccio destro dell'uomo che indagherà fra la vita privata del morto e la malavita, si farà pestare in diverse occasioni e, alla fine, risolverà il dilemma; e tutto per amor di lei...

Noir dalla trama impeccabile di un Hammett in forma, talmente in forma, che il film punta tutto sull'intreccio e dimentica l'atmosfera. Questo è infatti uno dei noir meno duri che abbia visto di recente, dove è possibile morire e facile cadere innamorati.
Apprezzabile il contorno dei comprimari che hanno tutti le facce giuste (soprattutto quel pugile mancato di Benedix); meno in forma Alan "Shane" Ladd piuttosto inespressivo e pessimo il doppiaggio atroce. Ah si, Veronica Lake è sempre bellissima (pare che Ladd sia stato scelto come protagonista perché era l'attore più basso sotto contratto della produzione e ci voleva qualcuno che non facesse sfigurare i 150 cm della Lake...).
C'è poco da dire, un film che si guarda volentieri perché ti fa passar bene un'ora e mezza e che poi lo si ricorda per i dettagli inutili e non perché ti ha lasciato qualcosa.



lunedì 12 dicembre 2011

L'assassino abita al 21 - Henri-Georges Clouzot (1942)

(L'assassin habite... au 21)

Visto in Dvx. Un serial killer semina il panico per le strade di Parigi. Grazie ad una soffiata un commissario di polizia scopre che l’assassino abita in una pensione, quindi vi si introduce travestito da prete e cerca di condurre indagini nei confronti di ogni inquilino per scoprire chi sia il maniaco.

Affascinante commedia gialla che ha il suo punto di forza in una scrittura impeccabile, personaggi ben fatti anche quando sono banali e dialoghi stupendi. Tutto viene realizzato con cura e “l’indagine” passa in secondo piano, il riuscire a trovare l’assassino non è più il primo pensiero di chi guarda il film.

Certo il finale a sorpresa è una buona idea, ma il film avrebbe retto anche con idee più scontate.
Clouzot fa il suo lavoro con maestria e regala alcuni buoni momenti (come la soggettiva dell’assassino all’inizio del film che da dei suggerimenti sulla sua identità che verranno poi abbattuti) e anche alcune idee geniali (il passaggio dell’incarico di trovare l’assassino in poco tempo che diventa sempre più perentorio a mano a mano che dal ministro si va più in basso nella gerarchia).

mercoledì 8 giugno 2011

Perdutamente tua - Irving Rapper (1942)

(Now, voyager)

Visto in DVD. La Davis è una psicotica zitellona con le sopraciglia folte. Dopo l’intervento di Rains, che da bravo psichiatra la farà uscire dalle castranti grinfie materne, andrà in crociera. Vuoi che non incontri un uomo magnifico, ma sposato? Si ameranno castamente come solo Hollywood sa fare. Tornati alle loro vite si incontreranno e schiveranno a lungo, finchè lei non incontrerà la figlia di lui nella casa di cura di Rains, vi si affezionerà, se la porterà a casa e riuscirà cos ad avere un “figlio” dall’uomo che ama…

Filmone sentimental-melodrammatico con quel gusto per l’impossibilità ed il melodramma che solo la censura d’altri tempi sapeva dare. Si perché i due con concludono mai la loro storia d’amore perché la censura non avrebbe mai ammesso il consumarsi d’un rapporto adulterino. Questo limite dovette essere superato dall’inquietane escamotage della “adozione” della figlia, idea a mio avviso piuttosto patologica, ma che da adito alla bellissima scena finale con la Davis che afferma “Perché volere la luna quando abbiamo già le stelle?”.

Nell’insieme il fil soffre di una certa lunghezza, non proprio nel minutaggio, quanto nella storia, che sembra trascinarsi avanti anche quando è apparentemente già conclusa. La parte dell’incontro con la figlia dell’uomo amato sembra infatti posticcia e attaccata a forza ad una storia di amore impossibile già conclusa.

Impagabili le sequenze iniziali con una Bette Davis imbruttita e isterica che ricorda tanto il personaggio della Huppert in “Otto donne e un mistero”.

domenica 9 gennaio 2011

Vogliamo vivere! - Ernst Lubitsch (1942)

(To be or not to be)

Visto in DVD.

Il titolo italiano è estremamente fuorviante; sapendo che il film era ambientato durante la seconda guerra mondiale francamente mi aspettavo un drammone di maniera, magari affascinante, ma certamente noioso… e invece… invece è una grande commedia brillante; probabilmente la più divertente commedia sul nazismo da “Il grande dittatore”.
Un gruppo di attori polacchi si trova invischiato in una storia di spie naziste; ci sono di mezzo le vite di praticamente tutta la resistenza polacca e decidono che val la pena fare qualcosa; riescono a contattare la spia, ma le cose vanno di male in peggio; per fortuna che sono attori e per fortuna che stavano mettendo in scena un’opera sul nazismo…
Divertente oltre le aspettative, il meglio c’è nei dialoghi fra l’attore principale e la spia prima, e fra l’attore e il capo della gestapo dopo; ma l’incipit (nel suo piccolo) è la migliore satira sul nazismo da Charles Chaplin. Peccato per la scena in cui viene recitato “Il mercante di venezia”, con un poco in più di pathos sarebbe venuta fuori una sequenza melodrammatica di rara bellezza.
Da recuperare assolutamente.