(Batman: The movie)
Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.
Tra la prima e la seconda serie del noto telefilm anni '60 venne realizzato il primo lungometraggio dedicato a Batman. Figlio diretto della tv con tutti gli stilemi e i tratti distintivi della serie originale (oltre a gran parte del cast), il film mostra i 4 supercattivi più noti (Pinguino, Joker, Enigmista e Catwoman) unirsi per sconfiggere Batman e ridurre in polveri liofilizzati i capi di governi riuniti al consiglio di sicurezza delle nazioni unite con un piano tanto complicato quanto assurdo (ad un certo punto vogliono uccidere Batman attirandolo con l'inganno nel loro covo, farlo passare su una botola da cui uscirà una molla che lo getterà in mare dove una piovra esplosiva lo farà saltare in aria... io gli avrei sparato).
Onestamente non conosco il fumetto originale, essendo io figlio della svolta dark anni '80 ancora molto lontana; ma questa prima rappresentazione di un supereroe è estremamente superficiale (è Batman solo incidentalmente, non ha caratteristiche proprie, poteva essere chiunque da Dick Tracy a Deadpool) eppure è una perfetta filiazione dei tempi in cui è stata realizzata.
Colori accesi e una messa in scena artificiale (con la batcaverna piena di cartelli che designano ogni oggetto e ogni macchinario) che prende a piene mani dal mondo fumettistico da cui origina; sono diventate iconiche le scene di lotta in cui i pugni sono sottolineati da onomatopee scritte del colpo come sulla carta stampata. Questa idea degli eroi dei fumetti rappresentanti in film con le linee guida del fumetto stesso segnerà un'epoca ampissima arrivando fino a Tim Burton (solo molto più dark) che, a sua volta, farà da scuola a tutti i Batman successivi finché Nolan non deciderà di cambiare (finalmente) registro.
Ma come si diceva, la messa in scena e le vicende sono anche un segno del tempo. Fatto per un pubblico giovane, i buoni sono estremamente intelligenti e scientifici, i cattivi caricaturali e senza reale ferocia, mentre l'ironia è l'unico sentimento realmente rappresentato. ironia che viene costantemente rivolta verso sé stessi mettendo in scena una magnifica parodia di Batman stesso che diventa la cifra con cui questo lungometraggio, altrimenti mediocre, vince a mani basse. Tutta la vicenda è esagerata e slegata, ma anche così assurda da non riuscire a prendersi sul serio, arrivando a trasformare ogni idea, ogni sviluppo di trama, in una gag volontaria (dagli enigmi dell'Enegmista che sono semplicemente senza senso, allo squalo esplosivo che viene scacciato con un apposita repellente per squali, dalle imprecazioni di Robin alle pillole anti gas-pinguino fino all'epocale corsa sul molo di Batman con una gigantesca bomba in mano che sembra non poter finire mai data la presenza di bambini, suore e anatroccoli). Ecco questa decisione precisa e continua di sfottere sé stessi e non prendersi sul serio giustifica ogni scelta kitsch e una recitazione costantemente esagerata, oltre a rendere la visione gustosa oltre ogni aspettativa iniziale. Non giustifica invece una storia che si diletta in assurdità di trama arrivando a una lungaggine eccessiva.
Tra i supercattivi Joker è interpretato a Cesar Romero (che non volle farsi tagliare baffi per interpretare la parte e si possono notare sotto il cerone in ogni primissimo piano), ma soprattutto c'è un inaspettato Burgess Meredith (inaspettato almeno per me) nei panni del Pinguino.
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venerdì 15 marzo 2019
lunedì 8 ottobre 2012
Il cavaliere oscuro, Il ritorno - Christopher Nolan (2012)
(Dark knight rises)
Visto al cinema in lingua originale sottotitolato in turco e doppiato in italiano.
Il gran finale della trilogia è un ritorno prepotente al primo capitolo, non solo nella trama, ma anche nelle dinamiche; di fatto Bruce Wayne fugge da Gotham per ritrovare se stesso da qualche parte in oriente e tornerà con la chiara idea di fare di Batman un mito sostituendolo a quello ormai vacillante di Dent.
Non dico di più per non spoilerare.
Ovviamente il film deve tirare la fila di tutti i discorso fatti finora e determina la definitiva mitopoiesi di Batman che diviene effettivamente il simbolo di ciò che è giusto, fa avverare l'affermazione del capitolo precedente per cui l'eroe deve morire o vive abbastanza a lungo da diventare lui il cattivo.
Poi Gotham diviene il personaggio principale, il vero alleato di Bane (il villain del film) che lavora per lui dapprima nel sottosuolo, poi alla luce del sole; ma è anche l'unico alleato partigiano rimasto a Batman; qui la città è in senso prettamente sociale, ma in senso fisico diventa parte integrante del discorso, dando rifugio alla bomba atomica, intrappolando i poliziotti, creando un labirinto per gli scontri a fuoco con il batwing.
Inoltre, dati i punti di contatto con Batman begins ritorna il rapporto con il proprio passato che qui si fa più vicino e meno remoto che nel capitolo iniziale della saga.
Inoltre c'è anche tutto un discorso evidente sulle rivoluzioni dal basso che tendono a calcare troppo la mano... credo che sia un punto di vista molto anglossassone.
In ultima ci terrei ad aggiungere che per quanto non abbiano voluto collegare il film all'attualità, i riferimenti alla rivolta hanno comunque un enorme retrogusto di crisi economica con quella tempesta che sta arrivando...
Il film mantiene la solidità della regia che è il vero marchio di fabbrica di Nolan e nella creazione dei personaggi tiene banco la verosimiglianza con un Bane quantomai umanizzato e una Catwoman che non viene mai chiamata in questo modo, che a livello di personalità è identica all'originale, ma nel fenotipo gioca con i dettagli (gli occhialini) per suggerire senza dire.
Poi è evidente che la sceneggiatura ha dei buchi enormi, ma forse avrebbe avuto bisogno di un'ora in più per svilupparli adeguatamente, ci sono pure molte ingenuità e qualche sbaglio evidente al montaggio. In una parola è un film che doveva concludere col botto una delle trilogie più quotate degli ultimi decenni e per cercare di fare le cose per bene in ogni ambito (storia, personaggi, azione), sbava su più punti.
Ma tanto a Nolan gli si vuole bene lo stesso.
PS: in Italia uno dei più sorprendenti product placement di sempre con il Fernet Branca.
PPS: no, io guardando il film non avevo capito in anticipo il colpo di scena finale.
Visto al cinema in lingua originale sottotitolato in turco e doppiato in italiano.
Il gran finale della trilogia è un ritorno prepotente al primo capitolo, non solo nella trama, ma anche nelle dinamiche; di fatto Bruce Wayne fugge da Gotham per ritrovare se stesso da qualche parte in oriente e tornerà con la chiara idea di fare di Batman un mito sostituendolo a quello ormai vacillante di Dent.
Non dico di più per non spoilerare.
Ovviamente il film deve tirare la fila di tutti i discorso fatti finora e determina la definitiva mitopoiesi di Batman che diviene effettivamente il simbolo di ciò che è giusto, fa avverare l'affermazione del capitolo precedente per cui l'eroe deve morire o vive abbastanza a lungo da diventare lui il cattivo.
Poi Gotham diviene il personaggio principale, il vero alleato di Bane (il villain del film) che lavora per lui dapprima nel sottosuolo, poi alla luce del sole; ma è anche l'unico alleato partigiano rimasto a Batman; qui la città è in senso prettamente sociale, ma in senso fisico diventa parte integrante del discorso, dando rifugio alla bomba atomica, intrappolando i poliziotti, creando un labirinto per gli scontri a fuoco con il batwing.
Inoltre, dati i punti di contatto con Batman begins ritorna il rapporto con il proprio passato che qui si fa più vicino e meno remoto che nel capitolo iniziale della saga.
Inoltre c'è anche tutto un discorso evidente sulle rivoluzioni dal basso che tendono a calcare troppo la mano... credo che sia un punto di vista molto anglossassone.
In ultima ci terrei ad aggiungere che per quanto non abbiano voluto collegare il film all'attualità, i riferimenti alla rivolta hanno comunque un enorme retrogusto di crisi economica con quella tempesta che sta arrivando...
Il film mantiene la solidità della regia che è il vero marchio di fabbrica di Nolan e nella creazione dei personaggi tiene banco la verosimiglianza con un Bane quantomai umanizzato e una Catwoman che non viene mai chiamata in questo modo, che a livello di personalità è identica all'originale, ma nel fenotipo gioca con i dettagli (gli occhialini) per suggerire senza dire.
Poi è evidente che la sceneggiatura ha dei buchi enormi, ma forse avrebbe avuto bisogno di un'ora in più per svilupparli adeguatamente, ci sono pure molte ingenuità e qualche sbaglio evidente al montaggio. In una parola è un film che doveva concludere col botto una delle trilogie più quotate degli ultimi decenni e per cercare di fare le cose per bene in ogni ambito (storia, personaggi, azione), sbava su più punti.
Ma tanto a Nolan gli si vuole bene lo stesso.
PS: in Italia uno dei più sorprendenti product placement di sempre con il Fernet Branca.
PPS: no, io guardando il film non avevo capito in anticipo il colpo di scena finale.
venerdì 5 ottobre 2012
Il cavaliere oscuro - Christopher Nolan (2008)
(The dark knight)
Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.
E poi arriva il Joker... la presenza di Batman crea una spaccatura in Gotham tra chi lo sostiene (e lo imita stupidamente) e chi lo considera un pericolo; ma la sua figura fa da esempio per un nuovo procuratore distrettuale per perseguire la mafia, ma anche al Joker, come ecquivalente negativo del cavaliere oscuro... lui causerà di tutto, anche la nascita di due facce.
Decisamente il meglio film della trilogia; senza se e senza ma. Probabilmente è il migliore perchè essendo quello in mezzo non deve perdere tempo a creare le origini e neppure a costruire un finale totalmente definitivo e si prende le 2 ore e mezza per costruire un storia enorme. Poi se a questo ci si aggiungono i due villain più belli mai creati per la serie di Batman il gioco è fatto (ma sarebbe bastato anche solo il Joker).
Poi i vari livelli di racconto proseguino, alcuni si chiudono, altri iniziano.
Il fulcro di questo film che si apre e si chiude in queste 2 ore e 30 è il doppio. Tutto è un rapporto fra poli opposti dall'ovvio Wayne/Batman e due facce/Dent, al Batman/Dent e Wayne/Dent. Ma su tutti è il rapporto simbiotico fra Batman (l'emissario dell'ordine) ed il Joker (quello del caos) che vince, perccè ognuno interpreta un bisogno ed un modus operandi di una città, la necessità delle regole e lo sviluppo casuale che inevitabilmente si imprime nelle zone d'ombra.
Questo discorso porta con se ancora una volta il discorso della città di Gotham come personaggio che qui diventa preponderante, vista soprattutto dal punto di vista della società e dei cittadini.
Inoltre il discorso del doppio nasce dall'altro grande concetto di reazione uguale e contraria che viene più volte ripetuto. Batman all'interno di una società diviene un simbolo positivo, ma inevitabilmente modifica anche ciò che esiste di negativo che deve correre ai ripari; il Joker (e quindi anche due facce) sono figli di Batman.
La mitopoiesi dell'eroe che è iniziata nel primo capitolo qui incontra "la caduta" come evento inevitabile per poter risalire, ma mostra anche come la creazione di un simbolo porti alla comparsa di eroi ad esso ispirati (che di fatto era l'obbiettivo dichiarato di Bruce Wayne) e ad inevitabili copycat di bassa statura.
Infine c'è un ampio discorso sulla vendetta e sull'uso del male per fare il bene e viceversa, temi minori che però attraversano tutta la pellicola.
Forse un pò tutto il film è proprio nella frase di Dent "O muori da eroe, o vivi abbastanza a lungo da diventare il cattivo".
Un encomio rinnovato va alla volontà di quasi verosimiglianza che ha voluto imprimere Nolan ai suoi film, vero motivo per cui Heath Ledger è riuscito a creare il miglior cattivo di sempre; questo unito ad una recitazione animalesca che si esmprime tutta sulle movenze dinoccolate, ingobbite e ossessive (anche del viso) riesce a riempire lo schermo ad ogni inquadratura del Joker.
Nolan riesce a rendere solidissimo un film dalle mille sfumature e a rendere invisibile una regia che obbligata a mille scelte.
Mi accodo a badtaste nel dire che questo è probabilmente il film supereroistico più importante di sempre ed il film commerciale più importante di sempre (almeno dai tempi de "Lo squalo").
Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.
E poi arriva il Joker... la presenza di Batman crea una spaccatura in Gotham tra chi lo sostiene (e lo imita stupidamente) e chi lo considera un pericolo; ma la sua figura fa da esempio per un nuovo procuratore distrettuale per perseguire la mafia, ma anche al Joker, come ecquivalente negativo del cavaliere oscuro... lui causerà di tutto, anche la nascita di due facce.
Decisamente il meglio film della trilogia; senza se e senza ma. Probabilmente è il migliore perchè essendo quello in mezzo non deve perdere tempo a creare le origini e neppure a costruire un finale totalmente definitivo e si prende le 2 ore e mezza per costruire un storia enorme. Poi se a questo ci si aggiungono i due villain più belli mai creati per la serie di Batman il gioco è fatto (ma sarebbe bastato anche solo il Joker).
Poi i vari livelli di racconto proseguino, alcuni si chiudono, altri iniziano.
Il fulcro di questo film che si apre e si chiude in queste 2 ore e 30 è il doppio. Tutto è un rapporto fra poli opposti dall'ovvio Wayne/Batman e due facce/Dent, al Batman/Dent e Wayne/Dent. Ma su tutti è il rapporto simbiotico fra Batman (l'emissario dell'ordine) ed il Joker (quello del caos) che vince, perccè ognuno interpreta un bisogno ed un modus operandi di una città, la necessità delle regole e lo sviluppo casuale che inevitabilmente si imprime nelle zone d'ombra.
Questo discorso porta con se ancora una volta il discorso della città di Gotham come personaggio che qui diventa preponderante, vista soprattutto dal punto di vista della società e dei cittadini.
Inoltre il discorso del doppio nasce dall'altro grande concetto di reazione uguale e contraria che viene più volte ripetuto. Batman all'interno di una società diviene un simbolo positivo, ma inevitabilmente modifica anche ciò che esiste di negativo che deve correre ai ripari; il Joker (e quindi anche due facce) sono figli di Batman.
La mitopoiesi dell'eroe che è iniziata nel primo capitolo qui incontra "la caduta" come evento inevitabile per poter risalire, ma mostra anche come la creazione di un simbolo porti alla comparsa di eroi ad esso ispirati (che di fatto era l'obbiettivo dichiarato di Bruce Wayne) e ad inevitabili copycat di bassa statura.
Infine c'è un ampio discorso sulla vendetta e sull'uso del male per fare il bene e viceversa, temi minori che però attraversano tutta la pellicola.
Forse un pò tutto il film è proprio nella frase di Dent "O muori da eroe, o vivi abbastanza a lungo da diventare il cattivo".
Un encomio rinnovato va alla volontà di quasi verosimiglianza che ha voluto imprimere Nolan ai suoi film, vero motivo per cui Heath Ledger è riuscito a creare il miglior cattivo di sempre; questo unito ad una recitazione animalesca che si esmprime tutta sulle movenze dinoccolate, ingobbite e ossessive (anche del viso) riesce a riempire lo schermo ad ogni inquadratura del Joker.
Nolan riesce a rendere solidissimo un film dalle mille sfumature e a rendere invisibile una regia che obbligata a mille scelte.
Mi accodo a badtaste nel dire che questo è probabilmente il film supereroistico più importante di sempre ed il film commerciale più importante di sempre (almeno dai tempi de "Lo squalo").
mercoledì 3 ottobre 2012
Batman Begins - Christopher Nolan (2005)
(Id.)
Visto in DVD in lingua originale sottotitolato in inglese.
La storia di come il giovane Bruce Wayne vada a trovare se stesso in tibet e là dovrà fare i conti con gente cattiva e con le sue paure e, una volta tornato a Gotham, faccia tesoro di questi insegnamenti per diventare Batman.
Devo ammettere che quando lo vidi la prima volta il film non mi sembrò un gran che, ma rivisto ora alla luce della trilogia completa acquista tutto un altro senso e tutto un altro fascino.
In primo luogo l'intento base di Nolan è quello di calare Batman dall'ambiente assurdo e fumettoso di Tim Burton ad un livello più realistico, più verosimile. Per carità i WTF sono infiniti, però l'intenzione è buona e funzionale allo sviluppo delle storie parallele e nel secondo capitolo diventerà l'idea vincente. Poi trovo ridicolo che per rendere verosimile la storia di Wayne/Batman bisogna rivolgersi ancora al "ritrovare se stessi con la forza interiore asiatica" che fa tanto anni '90. Più che assurdo lo trovo proprio anacronistico.
Detto ciò il film è effettivamente un'opera a più livelli che si sviluppano, alcuni, nell'arco di un paio d'ore, altri nel giro di due o tre film. In tutta questa storia Batman diventa solo un pretesto...
Il leit motiv di questo primo capitolo è la paura e il suo controllo, su se stessi o sugli altri. E questa storia diventa il motore immobile della nascita di Batman così come del progetto di distruzione di Gotham.
Il secondo concetto sviluppato in questo film è il rapporto con il proprio passato, discorso quantomai banale che per fortuna viene risolto nel finale con un falò.
Dal rapporto con il passato però emerge uno dei due più grossi ideali della saga; la creazione di un mito che sia da simbolo per un miglioramento della società nel suo insieme. Di fatto questa idea viene per lo più citata in Batman Begins e sarà sviluppata nei seguiti (più nel terzo che nel secondo... ovviamente).
Da quest'ultima idea si sviluppa anche la città di Gotham come personaggio. E non la città come insieme di edifici, ma neppure la città come concetto sociale, bensì l'insieme delle due cose. Già in questo capitolo Gotham è una comparsa, la vittima (di se stessa) da salvare; ma dal prossimo capitolo diventerà sempre più predominante.
Infine viene citato (più come cliffhanger che altro) l'idea che ad ogni azione risponda una reazione uguale e contraria (l'introduzione del joker).
Si insomma un bel pò di robba che deve fare i conti anche con una trama canonica; in effetti le due ore e venti di film erano il minimo.
Come dicevo il film non è il migliore, perchè deve perdere tempo inutile a far nascere l'eroe, deve iniziare i discorsi che solo più avanti porteranno i loro frutti e soprattutto, non ha un antagonista molto interessante.
Inoltre Bale (che personalmente mi sta molto simpatico) non si rivela la scelta più adatta, in questo film riesce ad essere così poco empatico che provo molta più comprensione per il personaggio di Alfred che non per Wayne.
Detto ciò, grande cast che fa un uso accorto di grandi classici (come Freeman e Caine), di grandi attori (come Gary "Ned Flanders" Oldman, Liam "Liberate il Kraken" Neeson) e grandi paraculi (la Holmes).
Visto in DVD in lingua originale sottotitolato in inglese.
La storia di come il giovane Bruce Wayne vada a trovare se stesso in tibet e là dovrà fare i conti con gente cattiva e con le sue paure e, una volta tornato a Gotham, faccia tesoro di questi insegnamenti per diventare Batman.
Devo ammettere che quando lo vidi la prima volta il film non mi sembrò un gran che, ma rivisto ora alla luce della trilogia completa acquista tutto un altro senso e tutto un altro fascino.
In primo luogo l'intento base di Nolan è quello di calare Batman dall'ambiente assurdo e fumettoso di Tim Burton ad un livello più realistico, più verosimile. Per carità i WTF sono infiniti, però l'intenzione è buona e funzionale allo sviluppo delle storie parallele e nel secondo capitolo diventerà l'idea vincente. Poi trovo ridicolo che per rendere verosimile la storia di Wayne/Batman bisogna rivolgersi ancora al "ritrovare se stessi con la forza interiore asiatica" che fa tanto anni '90. Più che assurdo lo trovo proprio anacronistico.
Detto ciò il film è effettivamente un'opera a più livelli che si sviluppano, alcuni, nell'arco di un paio d'ore, altri nel giro di due o tre film. In tutta questa storia Batman diventa solo un pretesto...
Il leit motiv di questo primo capitolo è la paura e il suo controllo, su se stessi o sugli altri. E questa storia diventa il motore immobile della nascita di Batman così come del progetto di distruzione di Gotham.
Il secondo concetto sviluppato in questo film è il rapporto con il proprio passato, discorso quantomai banale che per fortuna viene risolto nel finale con un falò.
Dal rapporto con il passato però emerge uno dei due più grossi ideali della saga; la creazione di un mito che sia da simbolo per un miglioramento della società nel suo insieme. Di fatto questa idea viene per lo più citata in Batman Begins e sarà sviluppata nei seguiti (più nel terzo che nel secondo... ovviamente).
Da quest'ultima idea si sviluppa anche la città di Gotham come personaggio. E non la città come insieme di edifici, ma neppure la città come concetto sociale, bensì l'insieme delle due cose. Già in questo capitolo Gotham è una comparsa, la vittima (di se stessa) da salvare; ma dal prossimo capitolo diventerà sempre più predominante.
Infine viene citato (più come cliffhanger che altro) l'idea che ad ogni azione risponda una reazione uguale e contraria (l'introduzione del joker).
Si insomma un bel pò di robba che deve fare i conti anche con una trama canonica; in effetti le due ore e venti di film erano il minimo.
Come dicevo il film non è il migliore, perchè deve perdere tempo inutile a far nascere l'eroe, deve iniziare i discorsi che solo più avanti porteranno i loro frutti e soprattutto, non ha un antagonista molto interessante.
Inoltre Bale (che personalmente mi sta molto simpatico) non si rivela la scelta più adatta, in questo film riesce ad essere così poco empatico che provo molta più comprensione per il personaggio di Alfred che non per Wayne.
Detto ciò, grande cast che fa un uso accorto di grandi classici (come Freeman e Caine), di grandi attori (come Gary "Ned Flanders" Oldman, Liam "Liberate il Kraken" Neeson) e grandi paraculi (la Holmes).
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