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venerdì 8 novembre 2019

Il libro della giungla - Jon Favreau (2016)

(The jungle book)

Visto in tv.

La versione live action del film classico Disney ha ben poco di live action.
Nell'anno dell'uscita de "Il re leone" questo "Libro della giungla" sembra essere stata la prova generale per valutare la realizzazione di animali verosimili con il la CG.

L'effetto è sbalorditivo con animali estremamente realistici anche senza il supporto di inquadrature distanti o di ombre e nebbie e rappresenta anche una delle prime (assieme a "Cenerentola") rielaborazioni di classici di animazione, facendo da apripista alla selva di film a cui stiamo assistendo in questi anni. Il tono qui sembra chiaro, tutto improntato alla verosimiglianza, alla credibilità, alla riattualizzazione dei temi e a una nuova taratura del target.
Le canzoni vengono relegate a qualche canticchio a mezza voce e non diventano più minutaggio importante; l'atmosfera è più adulta con momenti estatici (gli elefanti) e altri di maggior inquietudine (la stupenda sequenza con Re Luigi). Il tema di fondo, dell'accettazione delle differenze nel film originale diventava una presa di coscienza di appartenere a un altro mondo a cui tornare, qui invece diventa la consapevolezza di essere diversi, ma nello stesso contesto sociale e vira verso l'inno all'accettazione (scarto di prospettiva importante per la Disney che per decenni ha rappresentato la pubblicità dello status quo più reazionario).
La verosimiglianza è invece tutta nella scelta estetica degli ambienti dei personaggi in CGI e determina la qualità del film, fantastica e curatissima, limita l'espressività dei personaggi per ovvi motivi (gli orsi non sorridono), ma riesce lo stesso a veicolare i messaggi necessari.

mercoledì 22 marzo 2017

Frozen; Il regno di ghiaccio - Chris Buck, Jennifer Lee (2013)

(Frozen)

Visto in tv.

Due principesse, rimaste orfane, si trovano il giorno dell'incoronazione... ma siamo onesti, quasi ttuti sanno la storia del film. Per chi ancora la ignora, guardare qui.

Da alcuni anni la coppia Pixar e Disney, si sono divise in base al target. La Pixar crea le innovazioni, la Disney si mantiene nel solco della classicità... questo, almeno era quanto ritenevo. Che la Pixar si sia fin da subito distinta per aver spezzato le regole auree dei cartoni della Disney (niente canzoni, tematiche più adulte, spesso un antagonista che non è il cattivo classico, anzi, talvolta addirittura inesistente); la compagnia di Walt però non è rimasta radicata agli anni '50. Da anni la Dinsey mantiene il solito pacchetto cambiando la struttura interna, in maniera talmente delicata da apparire impercettibile. Fino a questo film.
Per la prima volta le protagoniste sono due sorelle, due donne, che causano i loro problemi e se li risolvono; per la prima volta il principe azzurro non serve a nulla e fa solo da spalla, per la prima volta l'antagonista è uno dei buoni vittima solo di sé stesso (si ok, c'è un antagonista vero e proprio, ma è utile solo per allungare la storia a fine film). Di fatto un cambiamento radicale pur mantenendo una struttura inalterata rispetto a quella degli ultimi decenni.

Detto ciò il difetto è quello di offrirsi a un target meno ampio dei film Pixar; tenendo presenti soprattutto i bambini il film si può permettere canzoni poco catchy, personaggi poco originali e simpatici (ma infantili) comprimari con poco spazio. La struttura classicheggiante rallenta l'inizio della vicenda rendendo un poco noioso l'inizio. Buono per un pubblico di bambini, meno per gli adulti.

Un film importante... più importante che bello.

mercoledì 22 gennaio 2014

Gli aristogatti - Wolfgang Reitherman (1970)

(The aristocats)

Visto in tv.

Una ricca nobildonna francese senza eredi decide di modificare il testamento precedentemente in favore del maggiordomo, e decide di lasciare tutto ai gatti... Alla notizia il maggiordomo decide di drogare i gatti ed abbandonarli in campagna, la via del ritorno sarà lunga, ma ricca di personaggi buffi.

Decisamente non è uno dei migliori film della Disney, i disegni fotocopiati sono anche accettabili (in realtà il tratto mi piace molto), ma l'animazione è piuttosto scadente, la storia non molto originale non ha la profondità dei grandi film precedenti e successivi; almeno parte dei problemi possono essere imputati alle economie degli anni '60... ma non tutto. Il fatto che sia il primo film dopo la morte di Walt è un'altra scusa sono parzialmente accettabile...
Tuttavia il film non si può non ricordare positivamente.

Musiche belle, una galleria infinita di personaggi secondari che con due pennellate riescono a creare una psicologia completa (i miei preferiti sono Napoleone e Lafayette); la storia banale è zuccherosa e abbottonata, eppure regge bene e si fa guardare ripetutamente.

Infine Romeo; una delle poche, grandi, idee dei traduttori italiani, la romanità del personaggio gli si addice, lo espande e lo rende indimenticabile.

venerdì 15 febbraio 2013

Il libro della giungla - Wolfgang Reitherman (1967)

(The jungle book)

Visto in tv.

Mowgli è un cucciolo d’uomo abbandonato nella foresta; ma anziché essere lasciato a morire da solo, viene adottato da una famiglia di lupi. Quando però la tigre Shere Khan giurerà di ucciderlo (in quanto nemica giurata dell’uomo) il branco si vede costretto ad abbandonarlo; per farlo si rivolgono alla Bagheera che nel vano tentativo di riportarli nel villaggio degli uomini verrà bloccata da Baloo che si affezionerà al ragazzo e da altre mille complicazioni.

Classico film Disney dal tratto low cost anni '60/'70, affascinante come sono affascinanti tutti gli oggetti di modernariato. Il clima del film invece è incredibilmente più vecchio, con un sentore molto fifties. Il risultato complessivo è un film decisamente apprezzabile che si lascia guardare volentieri sul tema dell’appartenenza, della crescita personale e del ritrovare sé stesso (molto made in USA).

Quello che però è il valore aggiunto di questo cartoon (come in tutte le opere Disney quando sono decisamente buone) sono i comprimari. Di questo film si ricorda soprattutto la follia naive di Baloo e jazz dadaista di Re Luigi, i due veri motori immobili del film (anzi il motore immobile è solo Baloo), senza i quali ci troveremmo a guardare un mieloso film di crescita senza fantasia. A loro si uniscono tutta una serie di idee carine che si applicano bene al racconto a tappe di questo film, dalla truppa di elefanti (classico intermezzo comico) ai condor (incredibilmente simili ai corvi di Dumbo).

Un pezzo di storia che ormai si guarda e si apprezza indipendentemente da tutto, come si guarda e si apprezza una statua romana in un museo.

venerdì 28 settembre 2012

Ribelle, The brave - Mark Andrews, Brenda Chapman (2012)

(The brave)

Visto al cinema.

Alla principessa Merida va stretta la carriera di regina che sua madre vuole farle interpretare a tutti i costi nella vita. Quando i genitori decidono che deve andare in sposa obbligata al primogenito di un altro clan lei si ribella definitivamente, fugge e trova rifugio da una strega alla quale chiederà un aiuto per "cambiare" sua madre. SPOILER, la strega le fornirà un dolce che si rivelerà avere il potere di trasformare gli uomini in orsi; con la amdre così modificata dovrà fuggire nella foresta per non farla uccidere dagli uomini del castello.

Il primo film della Pixar con una protagonista donna è anche uno dei pochi con degli esseri umani. In ogni caso la casa di produzione californiana riesce a mettersi tranquillamente nella scia delle eroine disneyane classiche con tutti i crismi (la ribellione, la voglia di indipendenza, la lotta), ma dall'altra parte finalmente si sgrava di una visione anni '50 che è rimasta fino ai nineties nelle opere Disney, in questo film infatti la protagonista deve fare unicamente i conti con se stessa (senza bisogno di sfide decisive d'altro tipo) e riuscirà a realizzarsi (e quindi a riportare un equilibrio nella storia) unicamente crescendo (e facendosi accettare dalla madre) senza bisogno di innamorarsi/sposarsi con un principe di turno.

Se questo non fosse sufficiente c'è anche da sottolineare come tutto il film sia un'opera discretamente affine a capolavori di Miyazaki (seppure declinati in una versione parziale vista da uno statunitense). C'è un'importante commistiene fra magico e reale senza che ciò crei difficoltà a nessuno (e i fuochi fatui sono molto miyazakiani), c'è un necessario ritorno alla natura per ritrovare sé stessi, ma soprattutto non c'è un nemico vero e proprio (tutto è causato dall'orgoglio di Merida e la strega è tutto sommato un personaggio propositivo; SPOILER l'orso che attacca il padre è una vittima di un incantesimo dovuto al proprio orgoglio al pari della protagonista, ecc...). Dirò di più, c'è anche un sottotesto di contro la guerra anche se solo sfiorato.
Infine c'è da dire che l'animale preso a protagonista della vicenda è un orso; di fatto un classico della Disney che viene riproposto con gli stilemi classici (più che a Koda o Baloo, a me ricorda molto la gestualità di Humphrey Bear).

Detto ciò bisogna parlare dell'animazione... sarà che ho dimenticato i capitoli precedenti nel dettaglio; ma questa mi è parsa la migliore in assoluto. Ovviamente la Pixar è lo stato dell'arte in questo campo, ma Ribelle sembra proprio aver raggiunto un vertice impressionante. I movimenti di Merida sono assolutamente credibili e perfetti, s ein più ci si somma quella selva di capelli che sembrano disegnati a pastello e riescono ad avere nel contempo verosimiglianza e vita propria. Inoltre anche l'orso ha una gestualità caricaturale ma ineccepibile specie nella prima scena in cui compare. In generale l'intero film è realizzato più dalla comunicazione del corpo (l'orso che non può parlare, i tre fratellini della protagonista, il linguaggio non parlato della strega o la perfezione del corvo, la governante del castello che urla più che parlare) divenendo un perfetto film di gag slapstick realizzati in maniera incredibile.
Altro importante capitolo le location che fanno da sfondo e in alcuni brevi momenti divengono praticamente pate integrante del racconto (come nel finale).
In due parole, animazione migliore di sempre sia nella verosmiglianza sia nella caricature e grande uso delle location.

Ovviamente il film nel complesso è fantastico.

PS: il film, come sempre è preceduto da un corto stavolta realizzato dall'italiano Enrico Casarosa (il che mi rendo orgoglioso) intitolato "La Luna", un piccolo capolavoro dalla trama esile esile che però premia un'idea dolce e poetica il giusto realizzata con una grazia vintage che non si vedeva da un pò.

lunedì 6 febbraio 2012

La bella e la bestia - Gary Trousdale, Kirk Wise (1991)

(Beauty and the beast)

Visto in Tv. Ma che brutti film ho amato da regazzino?! Ma che brutti film ha fatto la Disney nel suo rinascimento?!
No perché fatta salva l’importanza di questo film per la bellezza dell’animazione e per essere stato il primo ad integrare l’animazione con il CGI (e lo fa benissimo come nella scena del ballo nel salone) per il resto è uno dei film più sciapi che ricordi.

I protagonisti sono banali e stupidi come pochi, le canzoni terribilmente uguali fra loro (e certamente molte sono state copiate da Les poissons) si salva giusto Beauty and the Beast, la storia in se non ha molti guizzi, mentre le caratterizzazioni, alcune scene e sketch sono copiati da “La sirenetta” (e alcuni in realtà verranno ripresi ne “Il re leone”)… l’unico vero motivo di interesse è per i comprimari. Mai come in questo film i personaggi secondari determinano il ritmo, l’andamento e anche la riuscita dell’opera. Non solo sono i personaggi più divertenti, ma anche i più interessanti, complessi e ben realizzati (comunque molto meglio costruiti dell’insipida protagonista femminile, che sembra una beghina con la faccia da vamp anni ’40); cosa sarebbe de La bella e la bestia se non ci fosse Lumiere? O la sua controparte Tockins? O quasi qualunque altro personaggio che non siano i principali.

Gradevole invece sentire come non fosse ancora usuale usare come doppiatori dei personaggi famosi che niente hanno a che fare con la recitazione; ed è buffo invece rendersi conto di quanto questo cartone sia debitore all’iconografia creata da Cocteau per il suo omonimo film.

martedì 25 gennaio 2011

Rapunzel, l'intreccio della torre - Nathan Greno, Byron Howard (2010)

(Tangled)

Visto in Dvx.

Della Disney orfana della Pixar questo è il miglior film che io ricordi. Volendo pure esagerare è forse il miglior film Disney da 10 anni.
La trama è apparentemente classica; lei è Raperonzolo ed è rinchiusa nella torre dalla matrigna cattiva, lui è un ladruncolo che la incontra, la porta fuori e le fa scoprire il mondo (a chi non è venuto in mente "Aladdin"?!) e si innamoreranno.

Trama classica per uno svolgimento ancora più classico, inoltre la Disney rispolvera qualche vecchia mania, come le canzoni (speravo ce ne fossimo liberati definitivamente) e i comprimari muti (questo invece è un gradito ritorno, la Disney è sempre stata magnifica a rendere credibili personaggi silenziosi, e che io ricordi non si cimentava in questo campo da "Pocahontas") che gli vengono particolarmente bene.

In un impianto così consueto, però, ci mettono in mezzo idee e situazioni abbastanza innovative. Da una parte il film spinge sul dramma estremo come non credo sia mai stato fatto prima; già nella prima frase il protagonista avverte che questa è la storia della sua morte... per carità alla fine c'è l'happy ending, ma in fondo è un film per bambini.
Inoltre la Disney prende a piene mani la lezione di "Shrek", abbandona la principessa liberata dal principe azzurro e anche la principessa come artefice del suo destino (questa era l'ultima tendenza Disney) e crea la principessa come vera e propria eroina del racconto. Sarà lei infatti a salvare più volte il protagonista maschile, lui fungerà solo da catalizzatore per lei, niente di più.

In ogni caso il film intrattiene da dio; diverte come non succedeva da anni, non annoia mai e crea alcuni personaggi da ricordare. Non si può desiderae di più.

sabato 31 luglio 2010

Toy story 3 - Lee Unkrich (2010)

(Id.)
Visto al cinema.
La Pixar quest’anno prova a giocare facile, cerca di creare il franchising. Piglia Toy story, gli scuote di dosso la naftalina e lo imbelletta sperando di cacciarlo in gola al grande pubblico… devo ammettere che Toy story non lo amo alla follia, più che altro per il lieve difetto di disprezzare solo 2 personaggi, Woddy e Buzz
Eppure è innegabile che la Pixar abbia fatto centro anche stavolta. Prende Toy story e lo trasforma in un perfetto film carcerario con tutti i crismi, tutti i personaggi fondamentali, tutte le scene necessarie, ma soprattutto con tutta l’atmosfera del caso. Senza scendere nei particolari, è innegabile la bellezza assoluta della storia di Lotso, perfetta per resa del mood, magnifica la fuga dall’asilo e semplicemente stupenda la sequenza nell’inceneritore (non dico cosa ho provato in quel momento perché sentirei minata la mia virilità); tutte create con una perfezione formale e tecnica con pochi precedenti. E cosa dire poi del grottesco ed inquietante personaggio di Bimbo
Poi però c’è pure da dire che questo è forse il primo film della Pixar che non supera il precedente, ma prima poi doveva pur succedere…
C’è poi all’inizio il solito corto. Diciamolo subito, non è divertente come i precedenti che lo battono senza pietà; però rappresenta lo stato dell’arte per la Pixar. Si tratta infatti di una stupenda animazione congiunta fra 2D e 3D assolutamente senza sbagli, con un utilizzo delle scene mostrate e dei suoni che rappresenta al contempo un vero e proprio dialogo perfettamente comprensibile. Tecnicamente ineccepibile, più che piacere, sbalordisce.

mercoledì 2 giugno 2010

Fantasia 2000 - Registi vari (1999)

(Id.)

Visto in VHS.

Il film è pervaso da quel senso di "come lo facciamo noi non lo fa mica nessuno". Per tutta l'ora e passa infatti i singoli episodi sono introdotti da vari personaggi (tra cui Angela Lansbury, il sogno erotico segreto di gran parte degli italiani) che non fanno altro che spiegari perchè la Disney è il meglio, e perchè "Fantasia" era il meglio, cercando quindi di farci pensare che anche questo film sia il meglio...
Il film, complessivamente fa schifo. Non ha la fantasia, il ritmo, l'accuratezza, la sensibilità e l'arte del primo... ah già, e nel frattempo ha perso pure in originalità e tecnica ovviamente.
In primo luogo la Disney non è in grado di lavorare in CGI, l'ha dimostrato col pessimo "Chiken little" più vecchio di 5 anni figuriamoci qui. Ci sono episodi in cui semplicemente non si integra con il disegno, come nello spezzone delle balene, altri dove è un vero e proprio pugno artificiale in un occhio, come nella storia del soldatino di latta (vera e propria fossa delle Marianne del film).
In altri momenti, come nell'episodio con Paperino, semplicemente scelgono la musica sbagliata, dura troppo poco e una storia che avrebbe meritato una durata superiore deve muoversi e risolversi in maniera più rilassata.
Alcuni pezzi sono invece proprio sbagliati alla base. La rapsodia in blu inizia da dio, utilizza un tratto anni '60 molto adatto e molto bello, ma semplicemente manca di idee decenti... come posso sentirmi coinvolto nella storia di un disoccupato il cui maggiore sogno è quello di lavorare in un cantiere? per carità, certamente è realistico, ma questo è un prodotto per bambini. In realtà è un insieme di storie che si incrociano, ma con questa scusa nessuna è trattata debitamente.
Infine vi sono momenti in cui le musiche e le immagini non si integrano... vero è che i ricordi, specie se d'infanzia modificano in meglio, ma mi pare proprio che nel film del 1940 queste cose non succedessero, o quantomeno, fossero contenute. Qui invece è un continuo sforzo perchè le cose non si muovano in maniera indipendente (sforzo inutile nell'episodio del soldatino di latta dove ognuno va per conto suo).
Unica nota di merito è l'episodio de fenicotteri. L'idea non sarà grandiosa, ma è disegnata bene e il sincronismo con la musica anche migliore; la storiella è in puro stile Disney, divertente senza aver bisogno di niente di più che una manciata di fenicotteri ed uno yo-yo.

domenica 27 dicembre 2009

La principessa e il ranocchio - Ron Clements, John Musker (2009)

(The princess and the frog)

Visto al cinema.

Io ho una venerazione per i film Disney anni 90, un pò perchè sono quelli della mia infanzia, un pò perchè oggettivamnte sono tra i migliori mai fatti; e quindi tutto i cartoni venuti dopo devono paragonarsi con dei giganti, compito non facile.
La storia è abbastanza consueta ma la morale è particolarmente americanizzante, il messaggio principalmente veicolato è infatti "lavora sodo e avrai successo nella vita" e solo in secondo piano viene però suggerito "ciò che vuoi non è necessariamente ciò di cui hai bisogno"; inoltre non ho mai visto un film Disney che parlasse tnto di soldi, i problemi economici ci sono sempre stati (si veda ad esempio "Aladdin"), ma il denaro non ha mai avuto una parte così importante.
Comunque è evidente il debito che questo film ha con i suoi predecessori. La scena del ballo con il principe ha la stessa visuale e le stesse movenze di quella de "La bella addormentata nel bosco", oltre a citazioni dirette e movenze copiate da "Aladdin", "La sirenetta", "Il libro della giungla", "Cenerentola" ecc... Oltre al fatto che il cattivo appartiene alla schiera delle copie di Jafar, e cosa dire dell'esercito di ombre (splendido) che sembra uscito da "Una notta sul Monte Calvo" di "Fantasia"?

Non mancano i lati positivi, come un'animazione piuttosto buona, disegni classicamente ben fatti e bei colori pastosi; un'ambientazione nuova ricca di suggestioni e potenzialità; l'uso delle ombre, da quella del cattivo alle ombre che cercano di catturare il ranocchio; nonchè un colpo di scena definitivo come non si vedeva da tempo in un film Disney.... e non dico di più.
Ma i difetti sono forse più importanti, in primo luogo la splendida ambientazione, che dona molte possibilità non viene sfruttata, il voodoo ad esempio rimane tutto sullo sfondo e divento sostanzialmente una splendida occasione perduta; i personaggi sono poco utilizzati ed il cattivo (nei film Disney i buoni sono tutti uguali, mentre il peso del film è tutto sullo charme del cattivo) ricco di buone idee alla fin fine non viene mai portato ad esprimersi ed è lasciato ai margini di una vicenda che ala fine si risolve nel solito viaggio alla scoperta di se stessi. Peccato.
Le canzoni sono carine, ma diverse (soprattutto le prime) sono completamente dimenticabili, le coeografie nelle parti cantate sono assolutamente fuori ritmo e non si impastano con la canzone, cercando di creare un andamento forsennato che si risolve solo in un casino lisergico ricco di colori e buone idee non sfruttate, un po come "La sirenetta", ma all'epoca era una sperimentazione, oggi invece è una copia mal riuscita del passato.

In definitiva un buon film Disney che può intrattenere bene, ma non aggiunge niente e si fa dimenticare in fretta.

mercoledì 11 novembre 2009

Up - Pete Docter, Bob Peterson (2009)

(Id.)

Visto al cinema.

Forse è il miglior film della stagione. "WALL-E" mi era molto piaciuto e quindi Up ha cominciato col piede sbagliato; venire dopo un capolavoro. Eppure riesce a vincere la sfida. Vince su tutta la linea.
Oggigiorno la Pixar è l'unica a trattare i bambini come persone e non come ritardati; è l'unica che ha il coraggio di mostrare dolore e morte (era dai tempi de "Il re leone" che la morte non era presentata in maniera così, importante e continuativa, giusto "Alla ricerca di Nemo" l'aveva brevemente riutilizzata, e guarda un pò, è proprio della Pixar) pur con la dovuta maniera soft; è l'unica che si permette di ironizzare sulla vecchiaia, sul ricordo e sulla sofferenza. E poi lo fa con stile.
Certo, è molto più sguaiata di Miyazaki, cerca di fare film che siano anche comici, ma tolto il maestr giapponese chi altri riesce a rendere sentimenti così forti e complessi con uno sguardo? un dettaglio? un'esitazione? e poi in sto film c'è pure tutto il discorso sul volo... comincio a credere che Lasseter abbia guadagnato più di quanto ha speso producendo i film di Miyazaki, non solo in termini economici.
Tutto in questo film è funzionale, l'attacamento ala casa, i palloncini, tutto è fatto perchè sia visivamente splendido ma con uno scopo. I personaggi impegnati i scene d'azione o comiche hanno brevissimi momenti in cui tirare fuori la loro personalità, ma in quei brevi attimi ti raccontano tutto un mondo.
La scelta dei cani poi aggiunge a tutto un gusto comicità surreale strepitoso (la scena degli aerei è veramente fuori di testa).
Al di la delle conoscienze tecniche la Pixar ha una tale consapevolezza delle tecniche cinematografiche ed un tale rispetto per il suo pubblico, di qualsiasi età, che oggigiorno risulta essere la migliore industria del cinema, qualitatiamente parlando. E se si considera che finora non ha fatto altro che migliorare ad ogni film sono già in attesa di "Toy story 3".

giovedì 22 ottobre 2009

La sirenetta - Ron Clements, John Musker (1989)

(The little mermaid)

Vista in dvx Rivista dopo anni per vesteggiare il ventennale dall'uscita, la sirenetta si rivela esattamente per quello che è, l'anello di congiunzione fra i cartoni della Disney classici e quelli moderni. Il primo esempio di quello che verrà ricordato come il rinascimento disneyano, cioè di quel periodo che comprende tutti i film prodotti dal 1989 al 1999 (di cui, a mio avviso, "Il re leone" è l'apice) che si contraddistinguono per l'altissima qualità artistica e tecnica.

Beh "La sirenetta" è proprio li nel mezzo, con personaggi ben delineati psicologicamente e altri ancora macchiettistici oltre ogni dire (che dire del magnifico cuoco francese? superbo personaggio che dura 2 scene nette, non ha una psicologia vera e propria e pure i disegni sono cartoonisticamente parlando molto vecchi, da personaggio di cortometraggi classici), questo genere di personaggi tenderanno poi a sparire per lasciare posto a comprimari importanti, spesso spalle comiche, sempre sufficientemente delineati. Anche gliintermezzi musicali mostrano una certa età, la scena di in fondo al mar, che io ricordavo con un ritmo indiavolato, vista adesso, dopo "Il re leone" ad esempio, fa sorridere per lo sforzo profuso a creare un allegro caos e i risultati piuttosto miseri.

Si, in questo film la Disney dimostra di dover ancora crescere ma i semi del radioso futuro ci sono già tutti; disegni magnificamente curati, movimenti perfetti, scene drammatiche e comiche ben bilanciate, il difficile rapporto col padre al centro della storia...

Merita di essere rivisto...però "Il re leone" è tutta un'altra storia.