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venerdì 20 settembre 2019

Jurassic World - Colin Trevorrow (2015)

(Id.)

Parco divertimenti con dinosauri, le cose andranno male. credo che questo sia più o meno il riassunto.

Non sono pià in quella fase della vita per cui basta un dinosauro per fare un grande film, ho visto Jurassic World ed è stato bellissimo. In fondo ci sono un sacco di dinosauri. Dove non funziona la qualità funziona la quantità.

Diciamocelo, il film è lontanissimo dall'essere perfetto e anni luce dal "Jurassic Park" originale. I difetti sono sotto gli occhi di tutti, manca empatia, personaggi che vadano oltre la macchietta, idee balzane utilizzate come novità attira-pubblico che poco hanno di sensato o scene completamente folli.
Di tutti questi difetti l'ultimo è il meno importante perché permette momenti wow altrimenti impossibili (quanto è scema la scena degli pterodattili che fuggono e cominciano, senza motivi, a sollevare esseri umani?! ma d'altra parte, quanto figa è quella scena?!).
Di tutti i difetti, il penultimo, è invece il più assurdo. A cosa serve un ibrido di dinosauri? A Hollywood si è deciso che i dinosauri in sé (e ne esistono centinaia di tipi, diversi carnivori giganti) non sono più sufficientemente cool? Oppure creare una creatura ex novo con caratteristiche peculiari che si scoprono a mano a mano con irritante esattezza sembrava un ottimo sistema per creare un climax? (e non parlo dei velociraptor addestrati).

Detto ciò, quel che manca in fantasia di regia la si ottiene con la spettacolarità, il dinosauro acquatico compare due volte, ma si mangia sempre la scena (ah ah ah), e il senso di distacco da Spielberg (che comunque ci manca) si sente sempre meno, avendo il film preso con sicurezza la via del blockbuster d'azione e giocando, quindi, in un altro campionato rispetto al primissimo film della saga.
Apprezzabile comunque, per noi affezionati agli anni 90 il citazionismo spinto di quel film capostipite da cui tutti veniamo, che si spinge fino alla comparsata inaspettata di Wu (e di Mr. DNA).
A conti fatti un film più che soddisfacente per quello che prometteva, ma con ampi margini di miglioramento.

sabato 11 maggio 2013

Il mondo perduto - Harry Hoyt (1925)

(The lost world)

Visto, ovviamente, qui.

O’Brien venne assoldato per realizzare una serie di film d’animazione sul tema più universale di sempre, i dinosauri.
Dato che i dinosauri non possono non piacere O’Brien si trovò nel ’25 a dirigere gli effetti speciali (ma non il film, che è invece targato Hoyt) questa prima versione de “Il mondo perduto” di Michael Crichton Arthur Conan Doyle.
Quello che ne vien fuori è circa mezzora di preparazione abbastanza rapida, ma senza particolare interesse; poi un’altra mezzora fatta di dinosauri, dinosauri che lottano, dinosauri che precipitano da una rupe, dinosauri che rimangono imprigionati in una pozza di fango, altri dinosauri singoli e per finire un dinosauro in giro per Londra.
La qualità dell'animazione è buona, non eccelsa per i parametri odierni, ma complessivamente si fa notare, inoltre la gran quantità di dinosauri visti in questo film di dinosauri potrebbe piacere anche ad un bambino d’oggi.
Il film fu un grande successo (ovvie mante, dato il numero di dinosauri) e fu il trampolino di lancio per il film “Creation”; progetto abortito di O’Brien che credo vertesse su alcune lucertole giganti che lottano, ma non sono sicuro; e che a sua volta fu uno degli eventi che portò alla lavorazione di quel capolavoro d’ogni tempo di “King Kong”.

venerdì 10 maggio 2013

The dinosaur and the missing link: A prehistoric tragedy - Willis O'Brien (1915)

(Id.)

Visto qui.

O’Brien era un tizio statunitense che dopo un inizio carriera come scultore venne ingaggiato dalla compagnia di Edison per una serie di film di animazione sul tema prediletto dall'uomo; i dinosauri.
O’Brien che doveva essere pazzo, ma non scemo, tentò una via autonoma all'animazione, un sistema da lui chiamato “dimensional animation”, che oggi, a quasi un secolo di distanza, ci ostiniamo a chiamare stop motion. Chiariamolo subito, non ne fu l’inventore, il sistema era già stato utilizzato in parte o del tutto fin dagli albori del cinema, anche dal vate Méliès, ma O’Brien fu il primo ad applicarlo in maniera massiva e precisa.

O’Brien fu uno dei pionieri dell’animazione ed il padre nobile del passo uno. Il suo primo lavoro, che lo vide impegnato nella costruzione di figure in argilla (di scimmie, dinosauri ed esseri umani!) e nella regia, è questo cortometraggio datato 1915.

Guardandolo non può non sorprendere. La storia è la classica linea logica dei film degli anni ’10, una serie di sequenze praticamente senza soluzione di continuità che, dato il pubblico a cui si proponeva, creano una serie di gag slapstick base e si impegna pure nelle battute scritte sui cartelli (se volete entrare, vi offrirei del te, se solo il te fosse già stato scoperto)!
Quel che sorprende è l’incredibile fluidità del movimento dei personaggi (considerando che deve essere sui 16-18 fotogrammi al secondo), si veda soprattutto la coda del dinosauro; nonché alcune concezioni notevolissime come il montaggio parallelo fra l’interno e l’esterno della grotta e l’uso delle stelle o del fulmine per indicare il doloro (di cui onestamente ignoro l’origine, ma che vedo qui applicato al cinema in una delle sue prime apparizioni).
Semplicemente 5 minuti di storia del cinema.
Il lavoro di O’Brien diede l’abbrivio alla fervida mente di Harryhausen per intraprendere la sua carriera nel mondo dell’animazione.