(Id.)
Parco divertimenti con dinosauri, le cose andranno male. credo che questo sia più o meno il riassunto.
Non sono pià in quella fase della vita per cui basta un dinosauro per fare un grande film, ho visto Jurassic World ed è stato bellissimo. In fondo ci sono un sacco di dinosauri. Dove non funziona la qualità funziona la quantità.
Diciamocelo, il film è lontanissimo dall'essere perfetto e anni luce dal "Jurassic Park" originale. I difetti sono sotto gli occhi di tutti, manca empatia, personaggi che vadano oltre la macchietta, idee balzane utilizzate come novità attira-pubblico che poco hanno di sensato o scene completamente folli.
Di tutti questi difetti l'ultimo è il meno importante perché permette momenti wow altrimenti impossibili (quanto è scema la scena degli pterodattili che fuggono e cominciano, senza motivi, a sollevare esseri umani?! ma d'altra parte, quanto figa è quella scena?!).
Di tutti i difetti, il penultimo, è invece il più assurdo. A cosa serve un ibrido di dinosauri? A Hollywood si è deciso che i dinosauri in sé (e ne esistono centinaia di tipi, diversi carnivori giganti) non sono più sufficientemente cool? Oppure creare una creatura ex novo con caratteristiche peculiari che si scoprono a mano a mano con irritante esattezza sembrava un ottimo sistema per creare un climax? (e non parlo dei velociraptor addestrati).
Detto ciò, quel che manca in fantasia di regia la si ottiene con la spettacolarità, il dinosauro acquatico compare due volte, ma si mangia sempre la scena (ah ah ah), e il senso di distacco da Spielberg (che comunque ci manca) si sente sempre meno, avendo il film preso con sicurezza la via del blockbuster d'azione e giocando, quindi, in un altro campionato rispetto al primissimo film della saga.
Apprezzabile comunque, per noi affezionati agli anni 90 il citazionismo spinto di quel film capostipite da cui tutti veniamo, che si spinge fino alla comparsata inaspettata di Wu (e di Mr. DNA).
A conti fatti un film più che soddisfacente per quello che prometteva, ma con ampi margini di miglioramento.
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venerdì 20 settembre 2019
sabato 11 maggio 2013
Il mondo perduto - Harry Hoyt (1925)
(The lost world)
Visto, ovviamente, qui.
Visto, ovviamente, qui.
O’Brien venne assoldato per realizzare
una serie di film d’animazione sul tema più universale di sempre, i dinosauri.
Dato che i dinosauri non possono non
piacere O’Brien si trovò nel ’25 a dirigere gli effetti speciali (ma non il
film, che è invece targato Hoyt) questa prima versione de “Il mondo perduto” di Michael Crichton Arthur Conan Doyle.
Quello che ne vien fuori è circa
mezzora di preparazione abbastanza rapida, ma senza particolare interesse; poi
un’altra mezzora fatta di dinosauri, dinosauri che lottano, dinosauri che
precipitano da una rupe, dinosauri che rimangono imprigionati in una pozza di
fango, altri dinosauri singoli e per finire un dinosauro in giro per Londra.
La qualità dell'animazione è buona, non
eccelsa per i parametri odierni, ma complessivamente si fa notare, inoltre la
gran quantità di dinosauri visti in questo film di dinosauri potrebbe piacere
anche ad un bambino d’oggi.
Il film fu un grande successo (ovvie
mante, dato il numero di dinosauri) e fu il trampolino di lancio per il film
“Creation”; progetto abortito di O’Brien che credo vertesse su alcune lucertole
giganti che lottano, ma non sono sicuro; e che a sua volta fu uno degli eventi
che portò alla lavorazione di quel capolavoro d’ogni tempo di “King Kong”.
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Willis O'Brien
venerdì 10 maggio 2013
The dinosaur and the missing link: A prehistoric tragedy - Willis O'Brien (1915)
(Id.)
Visto qui.
Visto qui.
O’Brien era un tizio statunitense che
dopo un inizio carriera come scultore venne ingaggiato dalla compagnia di
Edison per una serie di film di animazione sul tema prediletto dall'uomo; i
dinosauri.
O’Brien che doveva essere pazzo, ma non scemo, tentò una via
autonoma all'animazione, un sistema da lui chiamato “dimensional animation”,
che oggi, a quasi un secolo di distanza, ci ostiniamo a chiamare stop motion.
Chiariamolo subito, non ne fu l’inventore, il sistema era già stato utilizzato
in parte o del tutto fin dagli albori del cinema, anche dal vate Méliès, ma
O’Brien fu il primo ad applicarlo in maniera massiva e precisa.
O’Brien fu uno dei pionieri
dell’animazione ed il padre nobile del passo uno. Il suo primo lavoro, che lo
vide impegnato nella costruzione di figure in argilla (di scimmie, dinosauri ed
esseri umani!) e nella regia, è questo cortometraggio datato 1915.
Guardandolo non può non sorprendere. La
storia è la classica linea logica dei film degli anni ’10, una serie di sequenze
praticamente senza soluzione di continuità che, dato il pubblico a cui si
proponeva, creano una serie di gag slapstick base e si impegna pure nelle
battute scritte sui cartelli (se volete entrare, vi offrirei del te, se solo il
te fosse già stato scoperto)!
Quel che sorprende è l’incredibile
fluidità del movimento dei personaggi (considerando che deve essere sui 16-18
fotogrammi al secondo), si veda soprattutto la coda del dinosauro; nonché
alcune concezioni notevolissime come il montaggio parallelo fra l’interno e
l’esterno della grotta e l’uso delle stelle o del fulmine per indicare il
doloro (di cui onestamente ignoro l’origine, ma che vedo qui applicato al
cinema in una delle sue prime apparizioni).
Semplicemente 5 minuti di storia del
cinema.
Il lavoro di O’Brien diede l’abbrivio
alla fervida mente di Harryhausen per intraprendere la sua carriera nel mondo
dell’animazione.
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