Visto qui.
O’Brien era un tizio statunitense che
dopo un inizio carriera come scultore venne ingaggiato dalla compagnia di
Edison per una serie di film di animazione sul tema prediletto dall'uomo; i
dinosauri.
O’Brien che doveva essere pazzo, ma non scemo, tentò una via
autonoma all'animazione, un sistema da lui chiamato “dimensional animation”,
che oggi, a quasi un secolo di distanza, ci ostiniamo a chiamare stop motion.
Chiariamolo subito, non ne fu l’inventore, il sistema era già stato utilizzato
in parte o del tutto fin dagli albori del cinema, anche dal vate Méliès, ma
O’Brien fu il primo ad applicarlo in maniera massiva e precisa.
O’Brien fu uno dei pionieri
dell’animazione ed il padre nobile del passo uno. Il suo primo lavoro, che lo
vide impegnato nella costruzione di figure in argilla (di scimmie, dinosauri ed
esseri umani!) e nella regia, è questo cortometraggio datato 1915.
Guardandolo non può non sorprendere. La
storia è la classica linea logica dei film degli anni ’10, una serie di sequenze
praticamente senza soluzione di continuità che, dato il pubblico a cui si
proponeva, creano una serie di gag slapstick base e si impegna pure nelle
battute scritte sui cartelli (se volete entrare, vi offrirei del te, se solo il
te fosse già stato scoperto)!
Quel che sorprende è l’incredibile
fluidità del movimento dei personaggi (considerando che deve essere sui 16-18
fotogrammi al secondo), si veda soprattutto la coda del dinosauro; nonché
alcune concezioni notevolissime come il montaggio parallelo fra l’interno e
l’esterno della grotta e l’uso delle stelle o del fulmine per indicare il
doloro (di cui onestamente ignoro l’origine, ma che vedo qui applicato al
cinema in una delle sue prime apparizioni).
Semplicemente 5 minuti di storia del
cinema.
Il lavoro di O’Brien diede l’abbrivio
alla fervida mente di Harryhausen per intraprendere la sua carriera nel mondo
dell’animazione.
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