venerdì 11 ottobre 2013

Possession - Andrzej Zulawski (1981)

(Id.)

Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.

Una coppia vive accanto al muro a Berlino, in una Berlino dechirichiana, disabitata, artificiale ed immobile. Quando il protagonista lascia il lavoro per stare accanto alla famiglia (moglie e un figlio) scopre che la moglie lo tradisce da almeno un anno. La moglie fugge per vivere con l’amante, il marito si mette alla ricerca di questo concorrente; lo scopre nei panni di un fricchettone di mezza età… ma scopre pure che lui, l’amante regolare, è da giorni che non vede più la donna… che si scoprirà avere un altro amante, una creatura tentacolare. Nel mentre l’uomo vedrà la maestra del bambino, una sosia perfetta della moglie…

Un film surreale dalla trama assurda, scene ripetitive, una recitazione sempre sopra le righe (spettacolare però il personaggio interpretato da Bennent), intere sequenze obiettivamente esagerate… eppure Zulawski centra perfettamente il pregio maggiore di registi come Lynch, fare un film surreale/simbolista narrandolo benissimo. Azzecca tutti i tempo, distribuisce bene gli acme emotivi, ti fa interessare a ciò che accade e le due ore di film (ho recuperato quella che credo essere la versione uncut) passano rapidamente. Non era un compito facile.
Seppure la recitazione, come dicevo, non mi abbia entusiasmato (troppo esagerati in tutto) il film si fregi di nomi enorme, una Adjani folle e un Sam Neill prima di diventare l’attore degli anni ’90.

La regia di Zulawski è qualcosa di magnifico, nervosissima e sinuosa, si muove di continuo, vorticosa sino all’inverosimile. Il mostro creato da Rambaldi (che secondo le leggende fu richiesto da Zulawski essere pronto in pochissimo tempo, quindi ecco spiegato l’approssimazioni della creatura nelle inquadrature ravvicinate) è invece un essere non particolarmente interessante.

Definirlo un horror questo film è un’esagerazione tassonomica; personalmente (senza pretendere d’averlo capito in toto, ma avendolo semplicemente apprezzato) mi metto nella scia di chi sostiene essere solo un dramma (o una disquisizione) sui tormenti del rapporto di coppia.

Per gli amanti del surreale è assolutamente da vedere.

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