lunedì 12 dicembre 2016

Il mio amico Eric - Ken Loach (2009)

(Looking for Eric)

Visto in tv.

Un operaio della dura e pura working class di Manchester vive con il figlio e il fratello, irriverente e distante il primo, problematico e invischiato in traffici poco chiari il secondo. La figlia di primo letto gli ha dato un nipote che tiene alternativamente con la ex moglie. In un momento di totale fallimento personale, difficoltà sociali e rimpianti per ciò che non c'è più gli appare Eric Cantona. Una proiezione della sua mente che gli da suggerimenti di vita, lo spalleggia, lo consiglia e gli scioglie tutti i problemi che l'hanno attanagliato fino a quel momento.

Incredibile vedere un film di Ken Loach, in totale stile Ken Loach (macchina a mano, ambiente proletario, fotografia dai colori pastello), ma dalla trama hollywoodiana, da commedia alla Frank Capra (con la gente normale messa di fronte a delle sfide che vince con l'essere sé stessa e supportata da una comunità bislacca, ma buona). C'è un fondo drammaico in questo film, che in una qualunque pellicola precedente di questo regista avrebbe generato agnizione in maniera cruda, qui invece è la base per la rinascita, per la felicità.

La scelta di Cantona come spirito guida riesce a più livelli. Il volto stranito del calciatore è perfetto; il suo dare consigli banali con frasi fatte è un dettaglio antologico che viene sfruttato. Ma soprattutto quello che viene realizzato con la scelta di Cantona è uno scarto rispetto alla filmografia di Loach; pur rimanendo in un contesto dove l'aspetto sociale è fondamentale, per la prima volta la lotta di classe viene messa sullo sfondo per andare più in profondità; i personaggi non sono utilizzati per mostrare la vita dura della working class o i loro sentimenti, ma ne mostra lo spirito, la storia, i miti e la cultura. Il passaggio dal disegnre il disagio sociale (come ogni etnografo snob saprebbe fare) alla descrizione della mitopoisi permette di mettere in luce i rapporti sociali che cementano i rapporti (dando al calcio una dignità che la Cultura alta non gli concederebbe mai), ne riconosce l'aspetto culturare che sfrutta per i già citati insegnamenti di vita, ma anche come forma d'arte a sé stante (vengono mostrati diversi gol di Cantona, sottolineandone il gesto atletico, mostrandone la bellezza estetica e dichiarando l'effetto catartico sul pubblico).
Loach, pur parlando del contesto, per la prima volt sembra voler capire i suoi personaggi.

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