lunedì 7 luglio 2014

In trance - Danny Boyle (2013)

(Trance)

Visto al cinema.

Un dipendente di una compagnia d'aste aiuta un gruppo di balordi a rubare un quadro di Goya; prima che il piano giunga a conclusione però sfila la tela dal supporto, la nasconde da qualche parte e... prende una botta in testa che gli causa un'amnesia totale sul quell'episodio. Andrà da una ipnotista per poter recuperare il ricordo; però l'ipnotista è superintelligente e scopre l'ampio piano che ci sta dietro...

Danny Boyle costruisce un classico film alla Danny Boyle come se fossimo negli anni '90; inquadrature sghembe, colori flou, luci in faccia, macchina mobilissima e musichette pop (o dance) utilizzate come Scorsese usa il rock d'altri tempi; tutto ciò con una iniezione di soldi che il Danny Boyle anni '90 si sognava, quindi si va giù pesanti con interni di design e vestiti firmati.
Tutto questo esercizio di stile per una trama che comincia come uno scanzonato heist movie, vira verso la confusione su ciò che è reale e ciò che è immaginato per concludere dalle parte di un "Eternal sunshine" all'acqua di rose.
Tutto questo con un giunonico e succulento nudo integrale frontale di Rosario Dawson integrato nella storia, ma in maniera talmente patetica da risultare pretestuoso (credo che Danny Boyle si stia ancora vantando con gli amichetti del pub per la scusa con cui è riuscito a spogliare la Dawson... in ogni caso chapeau).

Per carità tutto bello, tutto buono, tutto ben fatto... però molto fine a sé stesso; un esercizio di stile perfettino, ma vuoto; a parte il nudo della Dawson il resto si fa dimenticare molto velocemente. Assomiglia a "Trainspotting", ma non ne ha la forza, la volontà, il contenuto, o semplicemente si sta solo sfruttando un (vecchio) trend vincente... è solo sfruttamento.

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