(Of human bondage)
Visto in Dvx.
Studente di medicina dal piede equino si innamora di una cameriera; l'angelica creatura si trasforma rapidamente in una stronza profittatrice che usa i soldi e il buon cuore di lui come riparo dopo ogni disavventura sentimentale (o economica) avuta con altri.
Una vicenda interessante, una storia ben costruita su una magnifica stronza, un personaggio splendido, affossato dal protagonista scialbo (decisamente non buono, ma cretino) e da una trama troppo diluita.
Il cast è comunque di livello, anche se il povero Howard è stritolato in una parte piuttosto esangue.
Dal punto di vista tecnico il film è, giustamente, famoso per la ricchezza di primi piani e mezzi busti frontali, spesso con gli attori che guardano in macchina da presa (indimenticabile il campo/contro campo nel dialogo fra Howard e la Davis nel loro primo incontro al ristorante con le coppe di champagne). Ottimi anche i molti carrelli che anticipano gli attori mentre camminano o che li inseguono; c'è anche un'interessante panoramica circolare dentro una stanza che ne mostra il soffitto (costringendo, immagino, la produzione a ricostruire la stanza per intero come verrà fatto quasi un decennio dopo per "Quarto potere").
Certamente il problema del plot troppo confuso e mal sviluppato affossa un film altrimenti magnifico, ma almeno la prima parte e il finale si fanno ricordare positivamente.
Successo di pubblico fondamentale per la Davis, fino a quel momento non molto considerata in quanto non abbastanza bella; dato il rifiuto di altre attrici più quotate (nessuna voleva una parte così negativa) venne selezionata dando vita al suo primo personaggio di donna terribile che tornerà a partire dagli anni '40.
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