lunedì 9 ottobre 2017

Coeur fidèle - Jean Epstain (1923)

(Id.)

Visto in DVD.

Un'orfana viene proposta in matrimonio, da padre della cattiva famiglia adottiva, a un bruto locale; lei è ovviamente innamorata di un altro, ricambiata. In un momento dir abbia l'amato viene arrestato e durante la prigionia la ragazza viene costretta a sposarsi. Gli amanti continueranno a vedersi.

Jean Epstain è stato uno dei primi teorici del cinema e ha realizzato diverse opere ormai dimenticate dal tempo, ma assolutamente ragguardevoli. la più nota è certamente "La caduta della casa Usher" che è anche uno dei film muti più efficaci che abbia mai visto.
Anche questo "Cuore fedele" non è da meno. La storia è di una banalità sconfortante, ma è evidente che l'interesse del regista è nel come porla in essere.

Se la prima cosa che colpisce del film è la fotografia molto nitida, presto ci si rende conto che quest'opera ha un occhio di riguardo sul montaggio; uno dei più moderni di quel decennio.
Nel montare questo film, non ci si è accontentati di descrivere o dare ritmo, ma viene data profondità e significato a quello che viene inquadrato.
Gioca con una selva di inquadrature variegate che vanno dai primissimi piani ai campi lunghi (sempre utilizzati in maniera funzionale), spesso l'uno a intervallare l'altro; crea emozioni ed esalta ciò che avviene sulla scena come nel primo incontro fra i due uomini nel locale (una serie sempre più rapida di primissimi piani dei protagonisti e dettagli delle mani e delle bottiglie, tutti sempre più ravvicinati a mano mano che la velocità aumenta), questa scena è un vero capolavoro, ma l'intero film è costellato da scelte del genere (come la sequenza delle giostre o quella del musicista di strada); infine, con il montaggio, riesce a creare una delle prime sequenze di suspense vera e propria, con il marito che torna a casa ubriaco mentre i due amanti sono insieme.

Se il montaggio è la punta di diamante del film, la costruzione delle inquadrature è un secondo posta dignitosissimo. In quest'opera ci sono alcuni dei primi piani più intensi e più belli tra quelli pre-Dreyer; nelle inquadrature c'è un frequente uso di filtri, da quelli diegetici (pezzi di stoffa) all'uso delle veline, del fuori fuoco e della sovrapposizione di immagini, tutto per rendere la separazione, il distacco o, al contrario (nella scena dei due amanti con il mare), l'unione.

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