lunedì 10 settembre 2018

Berberian sound studio - Peter Strickland (2012)

(Id.)

Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.

Un direttore del suono inglese viene assunto da una casa di produzione cinematografica italiana nell'epoca d'oro dei film di genere nostrani. A sua insaputa (povero babbeo) dovrà gestire il sonoro di un film horror particolarmente realistico che, assieme a colleghi che vanno dallo scemo, all'irritante, passando per l'inquietante.

Un film perfetto, dall'idea che rasenta il geniale che però fallisce in maniera tanto fastidiosa quanto noiosa.

Un film perfetto per il ricreare un ambiente anni '70 per interni, vestiti e anche per i colori della fotografia (ma non per la qualità della fotografia che, al contrario di quella usata 40anni fa, è magnifica). Un film perfetto anche per la qualità del prodotto in sé, la fotografia come si è detto è ottima, il cast buono (con un Toby Jones perfetto per la parte e che non sbaglia un'espressione basita o uno sguardo stanco), ma sopratutto una gestione dei suoni superba (cosa scontata dato il tema, tuttavia la possibilità di fallire proprio lì era comunque grande).

Un'idea quasi geniale perché creare un thriller che utilizzasse i suoni per inquietare (e giustificare la follia dei personaggi) anziché le immagini è un'intuizione tanto bella quanto difficile. L'ambientazione pensata, i personaggi creati, sono tutti funzionali a rendere realizzabile questa idea impressionante. Ma quello che più colpisce è che, almeno all'inizio funziona. Il mood del film è chiaro fin da subito, i suoni (che sono le lingue, i doppiaggi, i suoni silenziati, grida e persone che gridano senza essere sentite, persone che doppiano mostri facendo versi e mugolii, ecc...) sono usati in maniera dilatata ed emotiva come mai avrei sperato.

A fronte di uno sforzo così grande e così efficace il film crolla rovinosamente dove, forse, era più facile riuscire; nella trama. Perché questo film di atmosfera questo è e questo rimane, solo atmosfera; come spettatore sono stato in attesa di qualcosa (bravi a creare suspense) che non è mai arrivato... e forse anche questo sarebbe stato accettabile se, nell'ultima mezzora, avendo finito le idee per girare attorno al vuoto di sceneggiatura, il film non si arrotolasse su sé stesso e, anziché scegliere il thriller vero e proprio, l'horror o il dramma personale, decide che vuole essere un'opera d'arte pura, riuscendo a essere solo radical chic e fastidiosissimo.

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