lunedì 16 dicembre 2019

Zindagi na milegi dobara - Zoya Akhtar (2011)

(Id.)

Visto su Netflix.

Tre amici di lunga data (ormai divisi dalle rispettive vite) si ritrovano in Spagna per l'addio al celibato di uno di loro. Neanche da dire che questo diventerà il viaggio di una vita, che darà loro un senso nuovo per andare avanti e la forza di affrontare i loro scheletri negli armadi (una vita sacrificata al lavoro, l'abbandono di un padre e un matrimonio per sbaglio).

Filmetto indiano piuttosto distante dallo stile barocco di Bollywood, pur tenendone una parte, con un piglio (e una location) più internazionali per potersi vendere meglio in Europa.
Diciamolo subito, è un film con molti difetti e pretese assurde per quello che offre; c'è agnizione all'acqua di rose, prove da affrontare ridicolmente gonfiate, un'eccesso di poesia messa a forza e non integrata (al solito, le poesie vengono recitate e non traspaiono dalla trama) e un product placement bestiale (e il prodotto è la Spagna).
Al netto di tutto questo il film dura oltre le due ore e mezzo (con una trama già vista centinaia di volte) e riesce comunque a mantenere sveglia l'attenzione, gli irritantissimi protagonisti (uno più insopportabile dell'altro) diventano, pian piano, sempre più tollerabili (anche se rimangono tutti macchiettistici), le incursioni musicali che ci si aspetterebbe sono poche e molto modernizzate (sequenze con canzoni complete, ma senza balli, solo giochi di montaggio che mandano avanti la trama; solo due sono i momenti più canonici, ma nel primo c'è un crossover indio-spagnolo e il secondo è dopo i titoli di coda e conclude la vicenda lasciata in sospeso nel finale).
Il tutto viene veicolato dal classico pacchetto ben fatto del cinema indiano, con una fotografia ben curata (e, come già detto, con particolare attenzione per le location), degne di Bollywood.

Di fatto ci si trova davanti a un film scontato ben realizzato ed efficace a colpire il gusto e l'occhio di un occidentale senza mai sviare troppo l'attenzione dall'origine indiana del prodotto.

PS: il titolo si traduce con qualcosa come "Non avrai una seconda possibilità", "Si vive una volta sola".

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