giovedì 2 gennaio 2020

Death Note. Il quaderno della morte - Adam Wingard (2017)

(Death note)

Visto in tv.

Adattare un manga giapponese che prende spunto dalla mitologia locale declinata per la passione (sempre locale) dello scontro fra menti (anziché l'horror all'occidentale come avrebbe potuto essere) con personaggio dagli atteggiamenti o movenze fumettistiche è difficile. Pretendere di mettere tutte queste caratteristiche e condensare 12 fumetti in una storia e portare tutto negli USA è impresa titanica.
Alla regia viene scelto Adam Wingard, autore competente ed intelligenti che si è distinto nel genere horror puro... la scelta potrebbe non essere la migliore.

Il film si rivela irritante fin dalle prime immagini. Una galleria di personaggi che nel manga erano cartooneschi, ma ben caratterizzati, qui sono archetipi standard piuttosto stupidi e caratterizzati da dettagli patetici e senza fantasia che non torneranno più nel resto della storia (Light è un genio perché fa i compiti di matematica per gli altri?!!!).
Uno script che trasuda volontà di pubblico adolescenziale e semplificazione ad ogni passo. Ma la cosa più grave è la sostanziale eliminazione di ogni peculiarità dell'opera originale.
Mantenendo le caratteristiche estetiche base (il death note stesso, un Ryuk bello ma sempre in una fastidiosa penombra) la vicenda viene però svolta in maniera grossolana, eliminando lo scontro fra menti a una sorta di fiacco thriller canonico, dove le trappole intellettuali del manga vengono derubricate a colpi di culo o risoluzioni magiche (il "piano" finale viene risolto scrivendo sul diario anche quello che devono fare le pagine del diario stesso!) che tolgono completamente il senso e depotenziano la carica innovativa.

L'estetica fluorescente e giovanile non solo non può rimpiere il vuoto dato dal maltrattamento della storia o dalla banalità della trama, ma è anche una delle soluzione più banali del regista.
Aggiungiamoci che Light è interpretato da un attore assolutamente fastidioso e che la Mia è utilizzata in maniere diversa, ma che aumenta la banalizzazione e che l'unico personaggio quasi identico è L, l'unico che avrebbe meritato di essere smussato (perché le pose folli da manga si addicono a quel contesto , non a un film americano).

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