(Now, voyager)
Visto in DVD. La Davis è una psicotica zitellona con le sopraciglia folte. Dopo l’intervento di Rains, che da bravo psichiatra la farà uscire dalle castranti grinfie materne, andrà in crociera. Vuoi che non incontri un uomo magnifico, ma sposato? Si ameranno castamente come solo Hollywood sa fare. Tornati alle loro vite si incontreranno e schiveranno a lungo, finchè lei non incontrerà la figlia di lui nella casa di cura di Rains, vi si affezionerà, se la porterà a casa e riuscirà cos ad avere un “figlio” dall’uomo che ama…
Filmone sentimental-melodrammatico con quel gusto per l’impossibilità ed il melodramma che solo la censura d’altri tempi sapeva dare. Si perché i due con concludono mai la loro storia d’amore perché la censura non avrebbe mai ammesso il consumarsi d’un rapporto adulterino. Questo limite dovette essere superato dall’inquietane escamotage della “adozione” della figlia, idea a mio avviso piuttosto patologica, ma che da adito alla bellissima scena finale con la Davis che afferma “Perché volere la luna quando abbiamo già le stelle?”.
Nell’insieme il fil soffre di una certa lunghezza, non proprio nel minutaggio, quanto nella storia, che sembra trascinarsi avanti anche quando è apparentemente già conclusa. La parte dell’incontro con la figlia dell’uomo amato sembra infatti posticcia e attaccata a forza ad una storia di amore impossibile già conclusa.
Impagabili le sequenze iniziali con una Bette Davis imbruttita e isterica che ricorda tanto il personaggio della Huppert in “Otto donne e un mistero”.
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