martedì 13 luglio 2010

Il pianista - Roman Polanski (2002)

(The pianist)

Visto in DVD.

L'olocausto visto attraverso il ghetto di Varsavia, per Polanski non è solo un film ma un demone da domare, visto che lui li c'era e che sua madre fu internata in un campo di concentramento.
Il film formalmente è impeccabile, la sopravvivenza di un uomo (tale Szpilman, pianista realmente esistito) alle leggi razziali prima, al ghetto poi, e alla caos della guerra totale alla fine.
Come dicevo a livello estetico è perfetto, ottima la fotografia ma ancora di più le scenografie e gli ambienti, tutti esteticamente bellissimi, sia che mostrino una città degli anni quaranta in fermento sia che mostrino macerie, tutto è sempre credibile.
Il film si dipana poi tra il classico film sull'olocausto (genere stra-abusato che da tempo non offre nulla di nuovo, ma come si dice there's no buisiness like shoah buisiness) con varie efferatezze fatte da nazisti sempre più crudeli (scene come quella dell'uomo gettato dalla finestra che per l'assoluta gratuità colpiscono fortemente) fino alla fuga del protagonista dal ghetto... ecco qui c'è qualcosa di nuovo, qui c'è la sopravvivenza di un uomo solo in mezzo ad un mondo che muore. Qui c'è quasi un film post-apocalittico giapponese con uomini solidali e uomini che sfruttano gli altri fino alla morte, con vite nascoste in ruderi, la musica come linguaggio universale (si perchè anche qui c'è un nazista che aiuta il protagonista in quanto bravo pianista, altra banalità sempre presente) e il filtro della soggettiva a tutto ciò che avviene (lo spettatore vede la rivolta del ghetto di Varsavia attraverso le tende della casa dov'è nascosto il protagonista, se non si conosce la storia si fatica a capire cosa stia succedendo). Il film qui si fa di poche parole e fughe precipitose, dando nuova linfa ad un genere morente come quello dell'olocausto.
Alla fin fine, non è un film fondamentale, ma ci si trova davanti ad un Polanski di classe che danza col suo demone, glielo si concede senza lamentarsi.

PS: si, bravo Brody, ma niente di particolare per un attore dalle indubbie capacità... il suo oscar, come anche tutti gli altri presi da questo film (che colmano il vuoto di oscar di Polanski) si devono alla ricetta strappa premi del film di genere...

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