venerdì 12 dicembre 2014

Addio alle armi - Frank Borzage (1932)

(A farewell to arms)

Visto in Dvx.

Dal libro di Hemingway viene presa solo l'ambientazione italiana durante la grande guerra e la storia d'amore fra un soldato e un'infermiera; il resto è la classica storia hollywoodiana di un amore contrastato da fattori esterni, separazione, ricongiungimento... ma siamo negli anni '30, talvolta l'happy ending non è scontato...

Questo è un film breve ricco di motivi d'interessa, ma narrato malissimo. La storia è terribilmente banale e mal scritta, noiosa nella sua linearità, senza idee particolari e, se solo avessero osato farlo durare oltre l'ora e venti minuti (circa), probabilmente l'avrei abbandonato o l'avrei "guardato" mentre facevo dell'altro. La guerra (che viene mostrata in diversi momenti) è in realtà un McGuffin; non c'è tragedia, non c'è dramma militare; è solo una storia d'amore in un ambiente militaresco (ma neppure troppo).

Quello che il film non ha nella sceneggiatura lo recupera tutto nella regia. La macchina da presa è dinamica, si muove spesso soprattutto con carrellate laterali bevi, ,a anche in inseguimenti alla Arnofsky (che per me sta diventando un aggettivo) per non parlare della lunga sequenza in soggettiva dalla barella con gli ampi soffitti che si aprono mentre le voci fuori campo parlano (poi i visi delle persone in primo piano). Ma anche le inquadrature cercano di non essere scontate, spesso vengono incorniciate (da delle finestre, dalle zampe della cavallo di bronzo, i soldati in marcia mostrati attraverso l'apertura di una tenda , ecc...) Borzage poi si diverte con gli intermezzi, quello con le marionette per il mostrare il passare dei mesi; quello più espressionista con i soldati in marcia (con un attacco aereo che sembra un mash up di Picasso e Eisenstein) nonché un piccolo gioiello di surrealtà per feticisti nella breve scena in cui Cooper chiacchera da ubriaco con il piede di una donna.

Infine la scelta degli interpreti è contestabile. Bravi entrambi, ma Cooper è un gigante, la Hayes no, e la scena del bacio a Milano, dove fanno fatica a raggiungersi, è abbastanza ridicola.

In sostanza un film molto più interessante che bello.

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