mercoledì 10 dicembre 2014

Interstellar - Christopher Nolan (2014)

(Id.)

Visto al cinema.

In un futuro bloccato in una stasi per assenza di ricerca della conoscenza (a parte l'agricoltura, le scienze sono scomparse) la terra sta morendo a causa di una piaga che distrugge le colture. La NASA si è fatta segreta e cerca una soluzione nella fuga nello spazio alla ricerca di mondi abitabili. Un padre di famiglia, ex ingegnere NASA, viene scelto per l'ultima missione, quella che dovrebbe selezionare definitivamente il piante. Dovrà abbandonare la famiglia consapevole che potrebbe non rivederla più.

Sinceramente trovo fantastico che si possa assistere al cinema a dei film del nuovo Kubrick; un regista che con Kubrick condivide l'arroganza di tematiche, la forza produttiva e il rigore formale; per questo film però viene aggiunta anche una sonora dose di sentimentalismo degno di Spielberg che nei precedenti non c'era. Per chi ha amato i film precedenti di Nolan e la loro glaciale bellezza, questo potrebbe essere il difetto principale. Se a questo ci si aggiunge che "Interstellar" è il suo film più pretenzioso, ma non il più riuscito, l'inevitabile paragone con i precedente lo potrà rendere ancora più inviso.

Comunque "Interstellar" è uno splendido film. Oltre due ore senza noia parlando di amore, fisica quantistica e family drama non è cosa facile.
Le scene sulla terra sono un perfetto connubio di modernariato e tecnologia (non in versione fumettistica, ma tutto rigorosamente verosimile) con una morte che aleggia inquietante in ogni inquadratura.
Lo spazio è un mondo pericoloso, ma affascinante, pieno di umanità.
Per tutto il film c'è una corsa verso la salvezza per evitare una minaccia invisibile; perché questo è un film leggermente miyazakiano, non ci sono cattivi, tutti sono buoni o hanno buone ragioni per fare ciò che fanno (o quantomeno sono comprensibili), come viene detto nel film la natura non è maligna, al massimo è spietata e, per la prima volta, lo spazio profondo viene presentato per quello che è, una porzione della natura.
In un film così sentimentalmente buono anche la tecnologia non può più essere quella kubrickiana; qui la tecnologia è benigna, quasi organica (il drone che vola da solo da dieci anni e di cui la figlia chiede che venga liberato; o il rapporto con i robot e la tristezza per doverne sacrificare uno), a dispozione dell'uomo, ma viva e completa in sé stessa (e viene creato un nuovo robot da inserire nella galleria degli androidi cinematografici).
Ovviamente anche qui c'è un ampio discorso sul tempo che da diversi film a questa parte (praticamente dall'inizio della carriera) Nolan sembra portare avanti, sulla percezione alterata e diversa da persona a persona.

Come sempre ottimo il lavoro sugli attori che danno il massimo e l'ancor più sensibile lavoro sui corpi che diventano parte integrante del film (incredibile come gli attori più famosi in questo film non compromettano la sospensione dell'incredulità).

Ci sono parecchi errori e diverse ingenuità, ma tutto senza conseguenze evidenti; giusto il finale è caotico ed eccessivo, giusto lì l'arroganza di Nolan si fa altissima e difficile da seguire, ma se non si rimane troppo a fare gli schizzinosi il risultato è comunque piacevole.

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