mercoledì 12 ottobre 2016

Soy Cuba - Mikhail Kalatozov (1964)

(Id.)

Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato.

Per rendere onore agli alleati cubani Kalatozov viene inviato con la sua troupe a Cuba per girare un documentario; quello che ne vien fuori è un affresco in 4 movimenti di un clima sociale (la Cuba pre rivoluzionaria, quella di Batista); con una Cuba bella e giovane e piena di dignità, ma martoriata dalla dittatura e abbattuta dal capitalismo.
Presi singolarmente gli episodi sono parabole umane semplici, ma affascinanti; presi nell'insieme diventa un film piuttosto stucchevole, con troppa enfasi e troppe intenzioni moralizzatrici (la sceneggiatura è firmata a quattro mani da un poeta cubano e uno russo). D'altra parte non è nella trama il cuore del film. L'interesse, personalmente, è tutto nella prova di regia muscolare di un Kalatozov mai così inventivo ed eccessivo; crea immagini bellissime (la semplicità della barca sul fiume dell'inizio) e potentissime (il vecchio che da fuoco alla sua capanna) con una profusione di grandangoli, inquadrature dal basso, dolly quasi perpendicolari con il terreno, panoramiche a schiaffo, macchina da presa a mano, fotografia enorme; e poi lunghissimi piani sequenza, of course, ma di una complessità impressionante (si guardi solo il funerale del ragazzo con la mdp a livello strada che si allontana, poi si solleva perpendicolarmente, entra in un edificio, si muove lateralmente con una serie di lavoratori in primo piano, si muove in avanti fino ad una finestra dove viene appesa una bandiera cubana, la mdp esce dalla finestra e dall'alto continua a inseguire la bara).
Quello che fece Kalatozov fu qualcosa di enorme per l'inventiva e l'artigianalità invisibile delle soluzioni trovate; dalla macchina da presa passata di mano a mano per compensare l'assenza di una steady cam (inventata diversi anni dopo) o la macchina agganciata e sganciata a dei cavi per farle seguire gli avvenimenti a volo d'uccello. Proprio questo sforzo enorme fu causa di parte delle critiche negative (in Italia è stato ampiamente considerato un film fine a sé stesso) e allungò i tempi di uscita di due anni arrivando solo nel '64 quando i rapporti fra Cuba e l'URSS si erano già deteriorati...

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