lunedì 10 aprile 2017

Nick mano fredda - Stuart Rosenberg (1967)

(Cool hand Luke)

Visto i Dvx.

Un giovane Newman viene arrestato per una bravata. Inizialmente sembra sottomettersi alle regole del carcere e si guadagna lentamente l'amicizia e la stima degli altri carcerati. All'improvviso decide di tentare la fuga... che durerà poco; ma abbastanza per avere un aumento della pena e un inasprimento delle condizioni di vita. Proseguirà, testardamente, come se niente fosse successo, continuando a tentare la fuga.

Sinceramente non sono molto documentato sulla questione, ma credo sia uno dei primi film di tema puramente carcerario (c'erano già stati "Io sono un evaso" o "La parete di fango" o le derivazioni sui campi di concentramento come "Stalag 17", ma tutti questi sono film di prigionieri, per lo più durante la fuga; non c'è una proposizione della vita all'interno del carcere con la stessa determinazione e per tutta la durata dell'opera).
Il film è una godibile descrizione della vita carceraria con una fotografia calda e precisa e una regia standard che riesce in alcuni acuti (bella la sequenza delle uova con inquadrature sempre diverse, immagini in avvicinamento e montaggio rapido); la trama è eccezionalmente fluida nonostante la monotonia del racconto e la narrazione viene sempre resa facilmente.
L'argomento mi è sembrato più la testardaggine contro un ambiente rigido e il rimanere uguali a sé stessi nonostante le avversità, piuttosto che l'anelito alla libertà; in questo senso vedo poche basi per il futuro "Le ali della libertà" con cui l'ho visto spesso paragonato.
Ottimo Newman che timbra il cartellino con stile in un bel personaggio che avrebbe meritato di essere sfruttato di più.
Un film estremamente godibile, talmente godibile da essere apprezzabile più che memorabile.

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