venerdì 7 aprile 2017

Ichi the killer - Takashi Miike (2001)

(Koroshiya 1)

Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.

Un killer, Ichi (ma va?), efficacissimo quanto efferato sta creando il panico fra le compagini di un gruppo di yakuza; il rapimento del boss metterà al comando del gruppo un uomo ancora più violento del killer, il suo obiettivo sarà quello di trovare il boss e Ichi.

Film cult di Miike che presenta un personaggio perfetto per estetica, presenza scenica, psicologia e percentuale di weirditudine... e curiosamente non è Ichi, ma Kakihara.
Al netto della coolness malata che viene diretta dal manga originale questo film è una eccezionale discussione sul rapporto con il dolore. Tutti i personaggi principali si rapportano in maniera quotidiana con il dolore che di volta in volta rappresenta la punizione, l'espiazione, una forma di giustizia, ma anche il piacere (anche sessuale) e un veicolo d'amore (sia nei panni del carnefice sia della vittima).
La violenza quindi diventa quasi necessaria, ma è talmente eccessiva da risultare solo al pari di una coreografia ben realizzata perdendo molto dell'effetto shockante che potrebbe avere altrimenti. Questo è un film brutale quanto lo può essere un fumetto o un cartone animato. E credo gli vada riconosciuto di unire allo splatter del dramma (e vabbé, mi pare facile), ma anche del grottesco e un'ironia nera magnifica.

Regia molto buona, con macchina da presa spesso instabile od obliqua, ma dalla gestione asciutta, che indugia in qualche ottima costruzione delle inquadrature, ma si impegna soprattutto a dare slancio e ritmo.
Effetti speciali molto buoni che indugiano poco su un brutto CG (che comunque ci stava con l'anno d'uscita; mica avevano tutti i soldi di "Matrix")

Un film ben riuscito e ottimamente realizzato in cui, curiosamente, il personaggio di Ichi è il più banale del gruppo e il cui sentimentalismo è l'unico tallone d'Achille del film.

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