(The breakfast club)
Visto su Netflix.
Un gruppo di ragazzi (disparati per cultura, estrazione sociale e personalità) si ritrova il sabato a scuola come punizione.
Tra i 5 inizieranno tensioni, tentativi di avvicinamento, allontanamenti, litigi per poi giungere all'inevitabile scioglimento finale ecumenico.
Secondo film di John Hughes universalmente considerato il suo capolavoro; di fatto un cult ultracitato... negli USA.
Vedendolo nel 2020 per la prima volta (e in Italia) si può essere obiettivi.
La trama è piuttosto scontata, con personaggi archetipici che hanno un arco narrativo prevedibilmente buono e bunista (si parte con scontri diretti, si passa per confessioni a cuore aperto e un finale a tarallucci e vino) muovendosi su dialoghi non impeccabili.
Le note positive, già che di messa in scena, sono sulla struttura della trama. Con un'unità di luogo e una forma ripetitiva (azione con eventuale scontro, chiacchierata emotiva, di nuovo azione) il film però riesce a muoversi con il giusto ritmo; senza cali improvvisi e regge bene anche i twist nelle confessioni dei protagonisti (che twist spesso non sono). Inoltre c'è questa canzone che è un emblema degli anni '80.
Non un grande film, ma ammetto che se l'avessi visto all'età giusta ora sarebbe un personal cult che propinerei a tutti.
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