(A rainy day in New York)
Visto su NowTv.
Una coppia di fidanzati (lui famiglia bene di New York, lei ricca wasp del midwest) vogliono, finalmente, passare due giorni nella grande mele approfittando ci un'intervista che lei deve fare a un regista. Lui vorrebbe portarli in tutti i luoghi che significano qualcosa per la sua vita, ma evitando la famiglia.
I due, però, verranno divisi dagli eventi.
L'ultimo film di Allen è una commedia degli equivoci tutta giocata sul caos che regna in ogni destino e l'immancabile elemento atmosferico determinante per far succedere cose (spoilerato fin dal titolo).
La novità sta nella tensione di voler vivere e far vivere la città di New York a una parvenue, tensione costantemente frustrata (anche se la nuova arrivata conoscerà, per conto suo, una New York diversa) che, nel finale, batterà in ritirata tornando verso lidi già conosciuti.
Dal punto di vista tematico niente di enormemente nuovo (ma va?!), ma è una sorta di descrizioni delle New York classiche (le grandi famiglie borghesi, i piano bar fumosi e la componente dello showbiz cinematografico) fatta per vie indipendenti e discordanti; condotta con un tono magistrale e con dei personaggi stereotipati il giusto per cogliere tutte le sfumature del caso. Su tutto regna una leggerezza alleniana che rende una storia di amori spezzati (tradimenti, rivelazioni shockanti, desideri frustrati) dolce e ingenua.
Infine è da sottolineare il comparto luci. Alla terza collaborazione con Storaro alla fotografia (di cui ho visto finora solo il precedente capolavoro "La ruota delle meraviglie") questo nuovo Allen gioca tutto sulle luci e sul loro calore.
Gli esterni newyorkesi sono bigi e spenti, gli interni illuminatissimi e caldi con un'occhio per la posizione e le costruzioni delle luci che esalta anche nei dettagli (il bar dove la ragazza e lo sceneggiatore entrano per pochissimi istanti a chiedere del regista è un piccolo capolavoro); anche se il grosso è realizzato con i cambi di luce. Sfruttando una serie di movimenti di macchina d presa, carrelli e piccoli piani sequenza (che Allen ha introdotto da poco nel suo cinema), le luci cambiano il loro calore durante la stessa scena soprattutto quando i sentimenti in gioco sono importanti aumentando l'effetto sentimentale complessivo (senza aumentare la stucchevolezza). Si vedano ad esempio l'intervista al regista (le luci sul volto della Fanning), il bacio in macchina o il viaggio in taxi.
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