lunedì 20 luglio 2020

Cena con delitto. Knives out - Rian Johnson (2019)

(Knives out)

Visto su Amzon prime.

Uno strano suicidio di un anziano romanziere molto ricco, l'intera famiglia in casa per festeggiare il suo compleanno, tutti con ottimi motivi per farlo fuori.
Questo è l'impalcatura del giallo classico su cui lavora il film, dire di più potrebbe essere spoiler.

Diciamolo subito, non c'è nessuna cena con delitto, c'è una cena prima del delitto, ma c'è quasi sempre, si tratta solo di una citazione dei titolisti nostrani.
Detto ciò il film di Johnson è un lavoro per andare contro il whodunit classico. Inizia senza discostarsi dal canone, a circa mezzora viene ribaltato quanto accaduto, si passa dalla parte del "criminale" e si comincia a vedere il suo gioco di copertura e distruzione delle prove, fino al lungo finale dove le parti si ribaltano nuovamente per tornare sui binari del già noto.
L'operazione è sicuramente interessante, ma il doppio salto sminuisce un pò l'idea di base (se devi allontanarti dla genere fallo del tutto) e il meccanismo interno del delitto, oltre a causare un aumento dle minutaggio solo parzialmente motivato.

Se l'effetto finale ne è sminuito e si perde abbastanza il senso dell'operazione è pur vero che il film si inserisce benissimo nella commedia gialla, con frizzi e lazzi giusti e non eccessivi; una galleria di personaggi macchiettisitici (con abbigliamento e pettinature proprie) che giocano a rivelare le loro tesse menzogne con gesti, smorfie e tentativi di non detto; inoltre permette qualche pallido momento di azione.
Di fatto Johnson riesce a tenere in piedi tutto quanto con pochissimi momenti di stanca e un divertimento perfetto; dando a tutti i perosnaggi un arco narrativo (tranne ai due protagonisti, poco male per l'investigatore che non lo necessita, peccato per l'infermiera).
Un buon film che intrattinee in maniera divertente e adeguatamente intricata... ecco candidarlo all'ocar per la sceneggiatura è stato un pochino un eccesso.

PS: ottimo il cast di attori a cui non si può voler bene che portano a casa il risultato con facilità (e Craig addirittura sorride, non ricordavo d'avergli mai visto i denti).


2 commenti:

Christian ha detto...

Una visione piacevole e divertente! Ma secondo me sottovaluti il vero significato del film, ovvero la lettura politico-sociale, i riferimenti all'immigrazione (la casa è una metafora della nazione) e all'America reazionaria di Trump (con i vecchi bianchi, ricchi e nullafacenti che temono di essere sbattuti fuori): sono questi i motivi per cui la sceneggiatura è stata candidata all'Oscar!

Lakehurst ha detto...

Analisi credibile, ma sconfortante. Ci vorrebbe anche una buona sceneggiatura che supporti un blando metaforone