giovedì 3 settembre 2020

My son, my son what have ye done - Werner Herzog (2009)

(Id.)

Visto su Amzon prime.

Un uomo con una madre fagocitante e buona capacità attoriali (sta portando in scena l'orestea che parla di parricidio), sprofonda lentamente nella follia e si sente sempre più chiamato a uccidere la genitrici. La polizia accorsa dopo l'accaduto lo troverà asserragliato in casa.

Il film di Herzog prodotto da Lynch (all'uscita se ne parlò in questi termini e tutt'ora lo conosco per questo motivo) è insieme un viaggio nella follia quotidiana, nel deragliamento dalla normalità al lato oscuro della mente e nello stesso momento, la missione più alta di un uomo disposto a tutto per il bene superiore in cui crede. In definitiva sembra davvero un mix fra gli archetipi dei due registi.

Girato con cura e fotografato benissimo è la ricostruzione a più voci (2 più una terza nel finale) di un uomo, la cui storia verrà spiegata da altri e di cui non sapremo mai niente direttamente.
Lontano anni luce dal thriller che avrebbe potuto essere è il dramma di uomo visto con occhi altrui.

Se l'effetto finale è magnifico per estetica (con qualche mania personale del regista come la presenza pervasiva degli animali o del produttore come il sobborgo borghese dove striscia la weirdness), il ritmo, sempre rilassato, sembra rallentare ulteriormente vicino al finale a mano a mano che il delitto si approssima rendono la visione via via meno empatica anziché aumentare d'efficacia.

Ottimo Shannon che sembra crederci fino in fondo, un plauso a Kier finalmente utilizzato per una parte dove deve davvero recitare per più di 5 minuti.

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