lunedì 21 settembre 2020

Un sogno chiamato Florida - Sean Baker (2017)

(The Florida project)

Visto su Netflix.

La vita di una bambina che vive con la madre single in un motel (riconvertito in appartamenti di case popolari) nel quartiere che Walt Disney aveva pensato come residenziale per i lavoratori (e turisti) di Disneyworld. Di questo esperimento sociale architettonico è rimasto un quartiere fieramente kitsch, tutto colori pastello, nomi buffi ed edifici a forma di maghi o gelati, dove i turisti hanno paura d'andare e dove la povertà è endemica.
In questo contesto la bambina vive le sue giornate con gli amici del posto e aiuta la madre nelle piccole truffe che danno loro da vivere.

Un piccolo film europeo nella realizzazione, girato con i ritmi, le location e il tono americano. Un connubio che immerge il cinema documentaristico dei Dardenne dentro la classica epopea degli outsiders americani.
Il film è realizzato benissimo con alcuni picchi di regia (per lo più concentrati nel finale) che si fanno ricordare (l'ultimo vaffanculo della madre ho letto in giro sia stato paragonato a Spike Lee prima maniera, paragone perfetto) e con una piccola protagonista che sembra non recitare, ma vivere quella vita (un pò tutti gli attori bambini del film sono bravissimi).
Il film è appesantito dal suo stesso registro con un didascalismo esagerato che porta le singole scene a essere slegate le une dalle altre e ad assumere senso per accumulo, le cui fila vengono tirate nel finale. Più che una scelta coraggiosa, è proprio il limite dal documentarismo utilizzato in questo modo.
Ottima la prestazione di Dafoe (che è incredibilmente composto e preciso) che si avvale dell'unico personaggio tridimensionale del film, l'unico con un animo complesso che viene descritto dalle sue azioni e non dalle dichiarazioni.
Su tutto però il vero valore aggiunto di un film comunque buono è il tono complessivo. Questo film di diseredati immersi in un mondo grottesco è virato nell'ottica della sua piccola protagonista; questo è un film realizzato con lo sguardo di una bambina, senza sentimentalismi o sconti, ma con tutta la leggerezza del caso.

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