lunedì 20 dicembre 2010

Un anno con 13 lune - Rainer Werner Fassbinder (1978)

(In einem Jahr mit 13 Monden)

Visto in DVD.

Fassbinder è un bravo regista. Lo voglio dire subito. Non un genio, ma un abile mestierante non convenzionale. Inquadra sempre filtrando la scena con una porta o una finestra, cerca l'inquadratura non convenzionale per un primo piano, gioca con le luci e le atmosfere (nel finale nel palazzo dell'ex amante miliardario sembra un viaggio in un manicomio) e ha pure qualche velleità molto autoriale (la magnifica scena nell'orfanotrofio, in cui la suora continua a camminare come se niente fosse mentre parla)...
Però è anche un intellettuale, con sensi di colpa ed un gusto particolare per il melodramma. Il che mi si traduce in una storia ai limiti del buonsenso, con personaggi poco credibile che passano metà del tempo a parlare senza guardarsi negli occhi filosoffegiando pesantemente sull'amore, la vita e tutto il resto. Il film diventa quindi un fiume ininterrotto di inutile e noiose verbosità che il tono cupo e il finale tragicissimo non riescono a tradurre in sentimenti.

domenica 19 dicembre 2010

La corona di ferro - Alessandro Blasetti (1941)

(Id.)

Visto in Dvx.

Il secondo Kolossal dell’Italia fascista (il primo fu "Scipione l'africano") è un fantasy ambientato nel primo medioevo in un luogo non precisato, in cui un re, che ha preso il potere tradendo il fratello e massacrando i nemici, viene perseguitato da una maledizione. Tutti i suoi tentativi di salvare la figlia dal destino la porteranno, ovviamente, proprio verso la terribile fine che era stata predetta.

Un film d’epoca fascista stranamente pacifista e antitotalitarista (pare che dopo averlo visto Goebbels commentò che se un regista tedesco avesse fatto un film simile l'avrebbero messo al muro immediatamente...). La storia appare evidentemente intrisa di tragedia greca e dramma Shakespeariano con il fantasma premonitore e il continui tentativi di allontanare la profezia che invece la avvicinano inesorabilmente. Il film risulta una macchina da tragedia perfetta, ricca di riferimenti (certamente kitch, come il vestito orientaleggiante del personaggio di Valenti) fantasiosi.

Ed è proprio qui il punto di forza del film; l’indipendenza delle idee che fanno riferimento ad ogni influsso culturale dell’epoca (il riferimento al cristianesimo è pesante, e i richiami alla roma dei cesari evidente, ma vi sono anche i già citati influssi orientali, i riferimenti ai barbari ecc…).

Questa fantasia nella messa in scena di un dramma classico, ma spietato (ok c’è il finale felice, ma fino ad un certo punto) è il motivo principale per cui guardare questa pellicola d’epoca.

sabato 18 dicembre 2010

Scoop - Woody Allen (2006)

(Id.)

Visto in DVD.

Questo film mi era stato venduto come una cazzata venuta male… ma, oggettivamente va detto subito, è il peggior film di Woody Allen degli ultimi 5 anni, ma questo soprattutto perché negli ultimi 10 anni Allen ha imbroccato un capolavoro dietro l’altro, e questo, pur essendo un buon film, al confronto con gli altri risulta decisamente inferiore.

Comunque; la Johansson fa la giornalista di paese che riceve una dritta dallo spirito di un giornalista morto su chi può essere un serial killer che sta terrorizzando Londra… fatalità è un ricco e fascinoso magnate. Aiutata da un mago conosciuto per caso (Allen stesso) la ragazzetta americana cercherà di arrivare in fondo alla faccenda, ma quasi immediatamente si innamorerà del sospettato, e sarà in un bilico continuo sul cosa credere…

Commediola leggera e piacevole che può intrattenere con stile (e poche risate) per un’ora e mezza… questa nella peggiore delle visioni; perché a ben guardare Allen ci piazza dentro un continuo rincorrere di tematiche affascinanti, come il rapporto tra realtà e finzione (fino alla fine non sappiamo mai se lui sia colpevole, ma siamo tentati di crederci o meno, unicamente in base alle supposizioni dei protagonisti, di volta in volta smentite), un discorso sul crimine e i giochi del destino iniziato con “Match point” che qui viene portato avanti (ok,nel finale si scopre chi è il colpevole, ma è una fatalità; un happy ending posticcio che dure 3 minuti netti, messo li giusto perché è una commedia); e poi c’è un affascinante intrecciarsi di giallo e di rosa che rende ogni azione della Johansson a metà via tra il dubbio dell’investigatore e il tentativo di giustificazione dell’amante.

E con questo ho concluso tutti i film di Woody Allen, non mi resta che aspettare l’anno prossimo.

venerdì 17 dicembre 2010

La corazzata Potemkin - Sergei Mikhailovich Eisenstein (1925)

(Bronenosets Potyomkin)

Visto in DVD.

Questo film gode di una pesante disinformazione. In primo luogo non dure 12 ore, ma appena 70 minuti circa. Poi non è una cagata pazzesca, anzi…

La storia è quella dell’ammutinamento della corazzata del titolo che poi si unisce alla lotta bolscevica. Le sequenze sulla nave non mi hanno molto convinto, ma probabilmente per una mia personale idiosincrasia per i film navali.

Il montaggio è però sempre rapido e preciso, inventivo oltre ogni dire (emblematica la sequenza delle statue dei leoni che sembrano svegliarsi al boato delle esplosioni).

Le migliori rimangono comunque le scene sulla scalinata di Odessa (la giustamente famosa scena dell’esercito che spara alla folla colpendo anche donne e bambini, un capolavoro di montaggio, inquadrature laterali, dettagli e primissimi piani) e quella della tentata fucilazione dei marinai sulla Potemkin.

giovedì 16 dicembre 2010

Legend - Ridley Scott (1985)

(Id.)

Visto in VHS.

Molti mi hanno paragonato questo Legend con il mitico “Labyrinth”… beh no dai… è vero, sono tutti e due ambientati in un mondo fantastico con regole sue e tutti e due fanno riferimento a sentimenti buonisti come filo conduttore… però Labyrinth è un film per bambini e gli si concedono le ingenuità, mentre stò Legend è per adolescenti e la cosa già fa incazzare; poi Labyrinth crea, inventa luoghi, fatti e personaggi, alcuni convincenti, altri decenti, ma comunque originali, Legend non inventa neppure un nome decente, figuriamoci personaggi (c’è la principessa idiota, il ragazzo selvaggio, gli unicorni, i nani e satana; nient’altro); Labyrinth poi ha una storia, ci saranno sentimenti ingenui, ma una storia c’è, qui no, qui ci impiegano un ora a fare 2 passi ed in mezzora devono uccidere il cattivo con un’idea che in un film di Indiana Jones o in una puntata di McGyver prenderebbe 5 minuti di disimpegno…

No, Legend fa veramente schifo. È noiosissimo, idiota, pieno di brillantini su tutto e tutti; con sentimenti esposti e banalizzati, personaggi piatti come Tom Cruise, e poi c’è proprio Tom Cruise… e manca l’ambiguo David Bowie a pubblicizzare la pedofilia.

Fail completo; su tutta la linea.

mercoledì 15 dicembre 2010

Jules e Jim - François Truffaut (1962)

(Id.)

Visto in DVD.

Allora che dire…. Certamente Truffaut sa come si gira un film. La macchina da presa è sempre nel posto giusto, giustamente in movimento a inquadrare sempre le cose più adatte… da questo film si evince che Truffaut è un gran regista…

Però ho un problema, non riesce proprio a piacermi questo Jules e Jim. Sarà colpa di Jeanne Moreau, che, mi spiace, ma mi irrita tantissimo, con quel suo fare di distaccato disprezzo. Oppure sarà la trama, un triangolo amoroso senza una regola specifica, non vuol giustificare nessuno dei personaggi (e questo è lodevole), ma neppure ha dei motivi, e questo un po mi fa perdere interesse… il nulla mi annoia sempre. Infine c’è da dire che i momenti chiarificatori tra i personaggi sono sempre pippe mentale lunghe e fini a loro stesse che vogliono far vedere quanto sono artistoidi e sensibili i personaggi, come a dire Woody Allen senza ironia…

No, non riesco proprio ad apprezzarlo.

martedì 14 dicembre 2010

Via col vento - Victor Fleming (1939)

(Gone with the wind)

Visto in VHS.

Uno dei film più male interpretati dal pubblico; beh da chi non l’ha mai visto ovviamente. Non è un film d’amore, ma un immenso melodramma in costume.
Tutto in questo film è perfetto.
La fotografia a colori assolutamente all’altezza degli sfondi e delle scenografia. I fondali dipinti che sembrano dei veri e proprio quadri colpiscono per la potenza e l’aria che danno alle scene. Fleming dal canto suo utilizza ogni mezzo per poter sottolineare i personaggi, incastrarli nella fondamentale ambientazione storica e geografica; da urlo l’utilizzo della luce e soprattutto del controluce che ha reso famoso questo film…
Poi ci sono i personaggi; Rossella O'Hara parte con l’essere una ragazzina viziata e finisce con l’essere una donna disposta a tutto pur di ottenere il benessere sociale che la guerra le ha portatoto via; è vero che i suoi scopi sono leciti (non soffrire più la fame, ne lei ne la sua famiglia) ma è disposta ad ogni sotterfugio per poterli ottenere. Rhett Butler è un approfittatore che sfrutta ogni situazione per un vantaggio personale e le uniche buone azioni sono fatte a Rossella solo perché ne è innamorato. Tutti sono dei magnifici stronzi.
Infine la storia è un bildungsroman dove i personaggi imparano ad arrangiarsi senza une vera e propria crescita, ma un continuo tornare al punto di partenza. È una continua distruzione e ricostruzione, mentre i protagonisti girano attorno alle persone sbagliate in preda a sentimenti indirizzati malamente… e poi per l'epoca (anni '30) era un film su uno scottante episodio del recente passato; come fare un film sulla seconda guerra mondiale e la resistenza oggigiorno.
Stupendo. Un film di questa portata non ha eguali nella produzione cinematografica americana.

lunedì 13 dicembre 2010

La seconda guerra civile americana - Joe Dante (1997)

(The second civil war)

Visto in VHS.

Il governatore dell'Idaho stanco dei continui arrivi di bambini profughi dal Pakistan decide di chiudere le frontiere; questo ovviamente scatena le ire del governo centrale che gli impone di fare dietrofront, purtroppo pare che il governatore sia più intenzionato a sedurre nuovamente una giornalista piuttosto che interessarsi a questioni politiche, e ciò causerà seri problemi e... beh lo dice il titolo, la seconda guerra civile americana. Il tutto viene filtrato attraverso l'onnipresente occhio di una rete televisiva.
Commedia brillante di Dante (ah ah ah) che spara a zero su tutti; sulla tv ovviamente con le solite invettive; ma anche contro la stupidità o l'inaffidabilità dei governi; contro la fame di fama delle ong; ma soprattutto contro le enormi contraddizioni interne agli stati uniti (il momento migliore sono le reazioni dei vari stati alla dichiarazione di secessione dell'Idaho). Certamente non è priva di previdibili ingenuità o esagerazioni, tuttavia il quadro che ne esce è una rappresentazione ironica e calzante del patchwork culturale degli USA (completi di vizi consolodita e mitologie passate). Dalla sua poi Dante decide di non avere un punto di riferimento unico, ma di sfruttare un cast corale per un racconto ampio, utilizzando in maniera corretta quasi tutti i personaggi. Il cast poi è un tripudio di comprimare che qui finalmente vengono valorizzati (su tutti fa piacere vedere il buon James Earl Jones utilizzato come faccia pulita della tv e come voce narrante del film) con in più un paio di camei gustosissimi (Coburn come consigliere del presidente, ma soprattutto l'amato Corman come il tizio preoccupato per gli inserzionisti stranieri).
Il film ci prova, a volte sbava, ma il risultato finale vince e convince (e diverte).

PS: toh, imdb mi sussurra nell'orecchio che questo è un film per la tv... pensa te cosa riescono a fare in america mentre noi produciamo nonno libero.

domenica 12 dicembre 2010

Labyrinth dove tutto è possibile - Jim Henson (1986)

(Labyrinth)

Visto in DVD, in lingua originale sottotitolato in inglese.

Una ragazza terribilmente adolescenziale desidera che il re dei goblin si porti via il suo infante fratellino urlante… peccato che il re dei goblin sia David Bowie, e you can’t fuck around with David Bowie.

Sarà costretta ad attraversare un periglioso labirinto per riuscire a ritrovarlo.

Il film ha diversi punti di forza che stanno tutti nel cattivo gusto anni ’80 utilizzato nel modo giusto. David Bowie che canta di fronte ad un pubblico di pupazzi e nani travestiti è un momento di altissima commozione per tutti; gli effetti speciali fatti con la gomma piuma ed il polistirolo (mostri compresi) sono assolutamente impagabili e al loro meglio per quasi tutto il film; vi è nei titoli di testa una delle prima creature realizzate in CGI del mondo…e fa molto schifo oggigiorno; le scenografie e la messa in scena sono praticamente perfetti.

Certo il film è per bambini e come tale deve essere considerato, la storia inizia troppo rapidamente per poter essere credibile e troppo spesso la storia fa riferimento a stucchevoli sentimenti di amicizia esposta ed ostentata, ma vabbè, per forza. Ciò che più colpisce invece è l’inventiva nella realizzazione di alcune sequenze o creature, momenti come la caduta nella buca con le mani sulle pareti (che parlano mimando dei volti), i mostri pazzi che voglio svitare la testa alla protagonista o le carte da gioco viventi che fanno indovinelli, sono momenti davvero ben realizzati sotto ogni punto di vista.

Poi io adoro gli effetti speciali anni ’80.

PS: bisogna ammettere comunque che vedere un David Bowie con la parrucca di McGyver e una calzamaglia che ci tiene a sottolineargli il pacco mentre maneggia con noncuranza un bambino è il più grande spot a favore della pedofilia della storia del cinema.

sabato 11 dicembre 2010

Luci del varietà - Federico Fellini, Alberto Lattuada (1950)

(Id.)

Visto in VHS.

Il primo film di Fellini già contiene in nuce le sue ambientazioni classiche (il circo, la provincia, le luci della ribalta, ecc…), ma ancora non ha la leggerezza da sogno di tutte le sue opere successive.

Il film curiosamente sembra una sorta di “Eva contro Eva” de noantri (di cui è pure coetaneo), con un Peppino De Filippo irretito e sfruttato fino all’osso da una ragazzotta di belle speranze e forme altrettanto belle che riesce rapidamente a fargli le scarpe.

La trama è estremamente originale, nessun happy ending, ma un ritorno alla normalità, che non significa per forza un finale positivo.

Brava la Masina, ancora non incastrata nel personaggio della dolce ingenuotta ed encomiabili tutti i comprimari che rendono il film credibile e all’altezza delle future opere del regista emiliano.

Ah già, c’è pure Lattuada dietro la macchina da presa e come produttore... purtroppo per lui il film fu un totale insuccesso al botteghino.