(The outlaw Josey Wales)
Visto in VHS.
Un texano a cui un gruppo di nordisti sterminano la famiglio, si arruola nei sudisti per vendicarsi. Non solo non ci riuscirà ma (spoiler) perderà la guerra, ma anziché arrendersi fuggirà per cercare di riguadagnare la vendetta fino a quel momento sfuggita. I nordisti gli daranno la caccia. Nella fuga raccoglierà con se una serie di personaggi che con lui formeranno dapprima una sorta di armata Brancaleone e poi una specie di kibbutz.
Il secondo film western di Eastwood è decisamente più classicheggiante, meno leoniano nello stile, tutto proteso a mettere i suoi personaggi all’interno di un ambiente (anzi a decine di ambienti). Eastwood però non rinuncia all’ironia e tira fuori una serie di sequenze al limite della comicità; e va detto che il film funziona decisamente bene grazie alla serie di comprimari, di spalle comiche, che danno spessore alla storia e danno il la alle battute (dall’indiano civilizzato, al venditore di elisir). Ciononostante il film riesce los tesso ad essere moraleggiante ed enfatico e ad andare avanti con il freno a mano tirato (per lo più all’inizio).
Meno fantasioso e surreale del predecessore è inferiore a quello anche per la fotografia (decisamente più contenuta) mentre inserisce alcune sequenze di regia molto anni ’70 qui e la (come il montaggio serrato in avvicinamento al volto di Eastwood quando si allena con la pistola all’inizio) che modernizzano un poco senza mai scadere nella zoommata da film hongkongese.
Come si diceva, decisamente più canonico de “Lo straniero senza nome”, ma decisamente gradevole.
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