(American hustle)
Visto al cinema.
Due truffatori, amanti; vengono beccati da un poliziotto che offre loro una via di fuga; saranno prosciolti se aiuteranno ad incastrare qualche pezzo grosso. Il piano sembra funzionare, pure troppo, nella rete cadono prima un sindaco, poi diversi senatori, infine pure qualche mafioso di livello... Tuttavia i rapporti fra le varie parti saranno molto complicati.
In primo luogo il trailer è ingannatore; questo non è un film di truffe, leggero e veloce come sembra; al netto del finale (completamente da commedia e che è affetto pure da un'eccessiva fretta) questo è a tutti gli effetti un dramma sceicspiriano sull'inganno e sul dubbio. Una serie di personaggi abbastanza ben delineati (quasi tutti hanno uno spessore qui dentro) si trovano a doversi relazionare fra di loro rimanendo sempre in bilico fra sentimenti spontanei ed il dubbio che chi si ha davanti stia ingannando.
Si insomma, mi aspettavo tutt'altra cosa, ma anche con questo cambio di registro (rispetto a quello che mi aspettavo) il film funziona bene.
In aggiunta c'è pure un insistito inserirsi di scene, idee o semplici dettagli scenici, che buttino improvvisamente il tono verso la farsa (su tutto i capelli dei protagonisti ed i vestiti sono un mezzo diretto per ironizzare mentre si parla seriamente).
In una parola Russell guarda contemporaneamente verso lo Scorsese della mafia d'inizio anni novanta e verso il Soderbergh dei vari Ocean; il problema è che Russell non ha l'energia e la forza di regia di uno Scorsese e neppure uno script abbastanza sbarazzino e piacione di un Soderbergh. Il film funziona, funziona nonostante i tentativi di imitazione del regista e, in certe occasioni, proprio grazie questo guardare altrove.
Un encomio a tutto il cast, un pool di attori che danno il meglio in ogni scena (soprattutto le protagoniste femminili).
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