lunedì 6 gennaio 2014

I sogni segreti di Walter Mitty - Ben Stiller (2013)

(The secret life of Walter Mitty)

Visto al cinema.

Ben Stiller è un introverso quarantenne che lavora allo sviluppo foto della rivista Life. Quando il mensile sta per chiudere la verisone cartacea per diventare solo un prodotto online e all'orizzonte arrivano importanti tagli al personale, Stiller viene incaricato di procurare la foto per l'ultima copertina; ma proprio quel negativo (si; Stiller è il referente di un grandissimo fotografo che usa ancora la pellicola) non si riesce a trovare. Stiller quindi parte in torno al mondo per una caccia al tesoro sulle tracce lasciate dall'irraggiungibile fotografo (Sean Penn).

Commedia americana alla Capra, con personaggi sensibili e delicati che scoprono nuovi modi di relazionarsi/che le persone attorno a loro hanno un peso superiore a quello che potevano immaginare/che nel loro intimo possiedono risorse che non sapevano di avere. Banale? zuccheroso? prevedibile?... entro un certo limite si; tuttavia i film di Frank Capra non sono banali, zuccherosi e prevedibili, ma spesso bellissimi?
Bene questo film è un ottimo film. I buoni sono gentili, i cattivi sono stupidi, l'analogico fa più fascino del digitale (ma poi anche il terribile digitale si scopre avere un anima; si pensi al Tod il tizio del call center in California).
In tutto questo Stiller regala un ritmo fantastico; alcuni dei paesaggi migliori si possano trovare; una serie di scene che, utilizzando il ricorso alle allucinazioni del protagonista, si permettono di tutto in maniera inverosimile, ma con una bellezza nella messa in scena sorprendente; una pornografia dei sentimenti ben veicolata (Space oddity!); e un andamento da commedia dai buoni sentimenti che non stanca.
Molte scelte sono giocate col doppio senso della parola life e molto del fascino è dato dalla struttura da giallo classico della caccia agli indizi. Il finale mostra tutto senza lasciare nulla di nascosto, eppure riesce a non deludere.
Non inventa nulla, non crea niente e non dice profonde verità mai sentite prima. Semplicemente intrattiene benissimo con una fiaba moderna fatta di scene dalla fotografia molto bella (certi registi indiani dovrebbero imparare da questo film).

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