venerdì 23 gennaio 2015

Il cappotto - Alberto Lattuada (1952)

(Id.)

Visto in tv.

Un dipendente del comune di Pavia degli anni '30 è un poveruomo, timido e bistrattato da tutti; si ritroverà coinvolto in una serie di colpi di sfortuna e rappresaglie personali per il semplice fatto di trovarsi (sempre) nel posto sbagliato al momento sbagliato. la sua vita cambierà quando deciderà di comprarsi, con tutti i suoi risparmi, un cappotto nuovo, molto costoso. Il cappotto però gli sarà rubato e il colpo sarà terribile. Fino alla fine si troverà nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Commedia nera tratta da Gogol, ma il tutto reso magnificamente all'italiana. Ambientata in una Pavia (location usualmente poco gettonata) lugubre e gelida, la storia riesce a concedersi molti momenti leggere nonostante il personaggio venga trascinato verso il basso.
Rascel, fisicamente perfetto per la parte, riesce a rendere del tutto la mitezza del personaggio, le sue grandi aspettative nonostante una vita così piccola. Nonostante l'amarezza riesce però a renderne anche il lato comico (bella per agrodolce la scena agli scavi romani).
Lattuada invece lavora di ombre come sa far lui, gioca con le luci e con i volti, trasforma i luoghi della città (il ponte coperto soprattutto) in location espressioniste, sostiene il ritmo nonostante una storia che gira su sé stessa, e lascia spazio agli attori di recitare o di caratterizzare in maniera caricaturale (il sindaco) se lo ritengono opportuno.
Vera nota dolente il finale. Se il film si fosse interrotto con l'inaugurazione con le autorità sarebbe stata una parabola impeccabile; il finalino soprannaturale moralista (ancorché comico) mi pare rovini un'atmosfera da parabola amara.
In ogni caso un film validissimo che mette in risalto un attore a me sconosciuto (Rascel appunto); da molti considerato il capolavoro di Lattuada (io gli preferisco ancora "Mafioso").


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