mercoledì 30 marzo 2016

Ave, Cesare! - Joel Coen, Ethan Coen (2016)

(Hail, Caesar!)

Visto al cinema.

Una giornata (28 ore) nella vita del Mr. Wolf di una casa di produzione; un uomo utile solo a risolvere problemi. Dovrà affrontare gravidanze indesiderate, incapacità attoriali, gestione degli scoop e un rapimento; oltre che scegliere se lasciare il lavoro, stare con la famiglia, confessarsi.

I Coen tornano a fare i Coen e lo fanno mettendoci dentro tutto quello che ci si può immaginare. Il protagonista è un personaggio noir 100% in grado di fare anche da spalla comica; quello che si muove attorno a lui è, al contempo, una carrellata di quello che produceva il cinema hollywoodiano negli anni '50 e una dichiarazione d'amore per la settima arte realizzata mostrando il caravanserraglio di professionalità che lavorano a un film.
A questo poi va sottolineata la presenza della solita galleria di personaggi bizzarri (con un numero di camei in vertiginoso aumento, stavolta sembra di essere in un film di Wes Anderson), una fotografia curatissima (dai toni pastelli, luci soffuse, effetti notte e tutto l'armamentario estetico degli anni '50) e una regia impeccabile in tutto. Infine qui si nota un uso del sonoro migliore del solito, la musica eccessiva ed enfatica (utilizzata ad hoc per l'effetto insieme emotivo e comico, oltre che come ennesimo omaggio al titanismo dei fifties) viene affiancata dai suoni diegetici per aumentare il climax, in altre scene (quella di Clooney che si sveglia dopo il rapimento) vengono usati per frustrare le aspettative.
La storia dunque, seppur con un impianto noiresco si muove in una serie di episodi da commedia in cui viene inserito il solito discorso sul caso tipico della coppia di registi sceneggiatori.

Niente di nuovo; grandi professionalità e una qualità media altissima. Ma non aggiungono niente e dove nei loro lavori precedenti creavano una galleria di personaggio a tutto tondo con tic e atteggiamenti macchiettistici, qui costruiscono una serie di macchiette che strepitano per essere personaggi. Se nei loro lavori precedenti riuscivano con stile a unire due o tre generi diversi, qui vorrebbero metterli tutti, far ridere, far riflettere, emozionare e continuare a parlare del caso. Inutile dire che stavolta hanno voluto strafare e non hanno ottenuto nulla. Nulla se si esclude un film dalla qualità impeccabile... ma vuoto.

PS: nonostante il lodevole lavoro dei doppiatori italiani, credo che questo film meriterebbe la lingua originale.

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