venerdì 1 aprile 2016

Sin nombre - Cary Fukunaga (2009)

(Id)

Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.

Un gangster messicano (se non ricordo male) affiliato a una banda viene pizzicato troppo spesso con la sua ragazza anziché a gestire gli affari del gruppo, il capo, in un momento di alterazione si vendicherà con eccessiva violenza; il ragazzo a sua volta cercherà vendetta mettendosi contro tutto il gruppo; per salvarsi dovrà scappare e per farlo salirà su "La bestia", il treno dei migranti ispanici verso gli USA, li sopra incontrerà una ragazza hondurena che lo seguirà nonostante lui cerchi di allontanarla.

La trama sembra banale e, a conti fatti lo è; c'è una storia d'amore in nuce, c'è un rapporto virile che si spezza, c'è la ricerca di salvezza e e quella di redenzione, c'è una caccia all'uomo. C'è parecchia roba che sa tutta di già visto, ma è innegabile il fatto che venga trattata in maniera abbastanza delicata (dove serve) o superficiale (se serve per non affossare il film) da rendere il già visto interessante e catchy per tutta la durata del film.

Dietro la macchina da presa Fukunaga si muove invisibile, imbastendo un racconto sorretto, più che altro, da una fotografia realistica unita a una costruzione delle inquadrature equilibrata e simmetrica. Un modo elegante per fare un film di fiction con tutti i crismi pur mantenendo un alone di veridicità. Un metodo che in questo caso paga, creando un film, non imperdibile, ma che, una volta cominciato, devi portare a termine (e non è poco).

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